Papa Giru
Di Staff (del 11/06/2007 @ 23:54:51, in Tradizioni, letto 5763 volte)
Papa GiruCiro Nicola Annicchiarico nacque a Grottaglie il 15 dicembre 1775 da Vincenzo e da Ippazia D'Alò. Ancora fanciullo, fu messo a studiare nel seminario di Taranto.

Fu ordinato sacerdote nel 1801 ed inviato presso il capitolo della Collegiata grottagliese svolgendo la carica di procuratore dei morti. Possedeva buona cultura letteraria, filosofica e teologica. L'omicidio di Giuseppe Motolese, avvenuto il 16 luglio 1803, sotto l'arco della Madonna del Lume, sconvolse la sua vita. Infatti, fu accusato di tale atto criminoso, dato che fra i due c'era una certa rivalità, in quanto innamorati della stessa donna, una certa Antonia Achille. Nonostante le proteste di innocenza di Ciro, il padre dell'ucciso, Nicola Motolese, soprannominato "lu finucchiu", lo denunciò alla Regia Corte e brigò per la sua cattura.

L'Annicchiarico sfuggì alla cattura; quando seppe che i suoi fratelli erano stati imprigionati come favoreggiatori della sua latitanza, si consegnò spontaneamente ai magistrati di Trani ma fu tradotto a Lecce e imprigionato. Dal carcere evase per ben due volte e, approfittando della confusione provocata dall'avvento di Napoleone, fece ritorno a Grottaglie, vivendo quietamente, protetto dai fratelli e dall'amicizia di Gennaro Andretta, governatore regio, e dalla potente famiglia Sanarica. Nel 1808 Nicola Motolese premette ancora presso il tribunale di Trani per il suo arresto:di ciò fu incaricato il generale Ottavi, il quale fallì nell'impresa. Alcuni anni più tardi, nel 1812, il tribunale di Lecce incarica il brigadiere Bourguignon della cattura del prete.
Conoscendo l'abilità di Ciro e le sue protezioni, il brigadiere ricorre ad uno stratagemma. Con una certa Achille Antonia, che dispensava le sue grazie ad entrambi, organizza una cena-trappola. Ma anche questa volta Ciro riesce a sfuggire alla cattura; nel trambusto, però, rimane ucciso il fratello Emanuele.

Da quel momento in poi organizza una banda di briganti. Il primo atto è l'uccisione di Nicola Motolese, poi affronta la guardia civica di Grottaglie, compie azioni criminose in tutto il Salento.

Il 16 agosto 1814, un fuorbando lo obbliga ad un soggiorno obbligato a Bari; informato che sarebbe stato arrestato, scappa. In questo periodo trasforma il suo brigantaggio in uno politico, propugnando idee giacobine e di libertà. Organizza la setta dei Decisi, con Pietro Gargaro. Ben presto Ciro si accorge che il suo programma non può essere realizzato, per cui cerca di ottenere un'amnistia, in cambio dei suoi servizi. La risposta dell'autorità è un nuovo fuorbando(1817)firmato dall'intendente Acclavio, dal procuratore Scarciglia e dal comandante De Manthonè. Intanto gli eventi precipitano e si trama alle sue spalle. Il Re assolda il generale irlandese Richard Church, col compito di riportare l'ordine in Puglia. Questo inizia a tessere la tela che porterà alla cattura del brigante, servendosi di dirigenti carbonari, come l'avvocato Astuti ed il barone Scazzeri, amici dell'Annicchiarico. L'azione del generale è pressante, tanto da obbligare il prete ad agire in un territorio ristretto, compreso tra Grottaglie, Ceglie ed Ostuni e San Marzano.

Qui vi avviene uno scontro con le truppe di Church, ma l'Annicchiarico riesce a sfuggire. Si rifugia nella messeria di Scasserba, a pochi chilometri da Grittaglie:è il 6 febbraio 1818. Ciro si difende strenuamente, infine decide di arrendersi e concorda, con il comandante Bianchi, la modalità della sua cattura. Gli si promette di aver salva la vita ed un colloquio col generale.

Ma una volta catturato, questo non lo ascolta per nulla, lo fa trasferire a Francavilla Fontana e, dopo un sommario processo, lo fa fucilare nel pomeriggio dell'8 febbraio 1818.

La testa gli fu recisa ed esposta nella pubblica piazza di Grottaglie fino al maggio dell'anno successivo.

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