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Di Carlo Caprino (del 13/05/2010 @ 16:31:49, in Editoriali, letto 3271 volte)

Una delle caratteristiche comuni a tutti gli strumenti, è quella di amplificare la forza e la intenzione di chi li usa. Questo vale tanto per la “semplice” leva che per il tecnologico bisturi elettrico, tanto per martello che per l’arma più sofisticata. Se consideriamo la Internet come strumento, questa non si sottrae a questa caratteristica, sia pure con le ovvie particolarità che uno strumento allo stesso tempo reale e intangibile presenta.



Questo effetto è evidente sia nell’impiego “professionale” e specialistico che nell’uso dell’uomo comune, dell’utente non specializzato che dello strumento Internet sfrutta le potenzialità senza peraltro conoscerne a fondo i meccanismi. Uno dei comportamenti in cui invece più frequentemente incappa l’utente medio è la perdita o il rilassamento dei freni inibitori, con l’emergere delle parti più triviali e belluine, normalmente represse nella vita di relazione quotidiana. Questo è un fenomeno facilmente riscontrabile dando una lettura ai commenti pubblicati sui forum di discussione e sui blog dedicati ad argomenti “scottanti” come la politica, l’ambiente o lo sport. Una miriade di anonimi intingono senza requie il loro pennino nel calamaio del turpiloquio, inanellando aggettivi e offese che farebbero arrossire il più scafato scaricatore di porto.

Ogni scusa è buona e se la scusa non c’è, la si inventa, trascurando completamente l’oggetto del discorso e sparando a zero sulle opinioni e sulla persona con cui si discute. Con buona pace di colui che affermava che “non condivido le tue opinioni, ma lotterò perché tu le possa esprimere”, nella gran parte dei casi in discussione non è il punto di vista o la convinzione dell’altro, quanto piuttosto l’altro in quanto tale. Quello che viene attaccato, demolito, distrutto, eliminato verbalmente (non potendo farlo fisicamente) è l’interlocutore, colui che “osa” non essere d’accordo con noi e diventa, per questo motivo, l’avversario da abbattere ed il nemico da annientare, in una sorta di arena virtuale in cui, di tutti i contendenti, “ne rimarrà soltanto uno”.

 

 



Da quando è nata, Grottaglie In Rete si è data tra le sue caratteristiche l’essere obbiettiva ed imparziale, per quanto possibile. Questo ha significato offrire a tutti, nei limiti di spazio e tempo disponibili, spazio per esprimere le proprie opinioni, i propri punti di vista, le proprie considerazioni.

 

Di buone intenzioni sono lastricate – si sa – le vie dell’inferno, ed evidentemente anche questo proposito è stato visto da qualcuno come fumo negli occhi.

 

C’è chi si lamenta se i propri comunicati non vengono pubblicati un nanosecondo dopo essere stati ricevuti, neanche contenessero la rivelazione del terzo segreto di Fatima;

 

c’è chi lancia accuse al vetriolo tipo “Gir è molto al di sotto per quel che concerne lealtà e chiarezza” su un blog dove impazzano anonimi e nom de plume perché non riesce individuare nomi e cognomi dei redattori e collaboratori di GIR pubblicati però in una apposita pagina facilmente accessibile con un clik di mouse dalla home page;

 

c’è chi, novella Clitennestra animata da gelosia e rancore, salta sulla sua panchetta come fosse lo sgabello dello speakers’ corner di Hyde park per deplorare le altrui iniziative di tutela e salvaguardia del territorio, lasciando sospettare che alla base ci sia un po’ di risentimento perché le sue crociate apparentemente (?) simili sono state bellamente ignorate;

 

ci sono quelli che davanti ti fanno i complimenti e di dietro scagliano frecce al curaro, perché incapaci di fare bene possono al massimo parlare male; ci sono gli pseudo giornalisti (si, quelli iscritti all’apposito albo che pubblicano su testate registrate con tanto di direttore responsabile, roba seria insomma) che però, chissà perché, copiano i loro articoli paripari dalla home page di Grottaglie In Rete, senza neanche cambiare il titolo o correggere i lapsus digiti, non di rado lasciati a bella posta come le briciole di Pollicino;

 

ci sono i rinati come novelle fenici, che postano commenti lamentando censure, sfidando cancellazioni, annunciando ritiri che poi vengono clamorosamente e ripetutamente smentiti dal fatti.

 

 



L’elenco, come è facile immaginare, potrebbe continuare per molto, ma servirebbe solo a dare a questi personaggi il warholiano quarto d’ora di celebrità che altrimenti sono incapaci di procurarsi.

 

Di fronte a questa pletora di umanità varia e dolente la pazienza si incrina e la voglia di tollerare si affievolisce ma tant’è, non vi è rosa senza spine e nessuno aveva mai detto che collaborare a Grottaglie In Rete sarebbe stato sempre piacevole come ascoltare un coro di celestiali cherubini, percui si fa di necessità virtù, si mettono da parte anche simpatie ed antipatie personali e piuttosto che le chiacchiere o i (pre)giudizi si fanno parlare i fatti: in tanti convegni, eventi, manifestazioni sportive e culturali Grottaglie In Rete c’era, documentando con parole e immagini quanto succedeva, altri – comodi sulle loro poltrone e placidi di fronte alle loro tastiere – al massimo sapevano dispensare buoni consigli dopo aver dato, come le comari di De Andrè – cattivo esempio.

Che piaccia o meno Grottaglie In Rete non segue le bizze umorali di un blogger singolo e non ha ne’ padrini e ne’ padroni, ma è fatta di persone che si sono date delle regole e seguono dei principi, ciascuno con il proprio spirito ma in piena armonia di intenti. Forse qualcuno vorrebbe che facessimo di più, certamente qualcuno vorrebbe facessimo di meno, ma questo – francamente – ci importa poco. Facciamo quello che possiamo e che vogliamo fare, e tanto ci basta.


Gir: 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, dalla Citta' di Grottaglie