CRISI ECONOMICA E DIRITTI DEI LAVORATORI: SI VA VERSO LA SPACCATURA DELLA UNITA' SINDACALE?
Di Francesco De Angelis (del 16/10/2010 @ 06:35:57, in Sociale, letto 2560 volte)

Il mondo del lavoro degli ultimi anni ha subito degli stravolgimenti radicali, cambiamenti epocali che stanno subendo un’accelerazione brusca a causa della crisi economica la cui natura transitoria, osservando la sua lunga durata, è messa fortemente in discussione.

Ammesso e non concesso che il modello del libero mercato possa continuare a sopravvivere a questo tsunami economico-finanziario, sicuramente l’attuale contesto sta cambiando le regole e il modo di agire in un modo straordinario.

Soffermiamoci sui rappresentanti dei lavoratori; per il 16 ottobre la FIOM CGIL ha indetto una manifestazione nazionale per la difesa dei diritti, dello statuto dei lavoratori e per un altro modello di società, mentre nei giorni scorsi si è tenuta la manifestazione a Roma delle altre due sigle sindacali (CISL-UIL) per richiedere al governo un abbassamento delle tasse per lavoratori e pensionati. Questa doppia manifestazione sancisce ancora una volta una spaccatura nella storica triade sindacale (CGIL-CISL-UIL), ed il terreno dello scontro è proprio il ruolo che devono ricoprire i rappresentanti dei lavoratori e quali strategie attuare per raggiungere i propri obiettivi.

Adottare una veste più pragmatica che cerca di trattare con gli imprenditori come fa la CISL-UIL o adottare un comportamento più idealistico e intransigente come fa la CGIL. Alle volte, lo scendere a compromessi da parte di una fazione, viene letta come intransigenza da parte di un’altra. E’ il caso del tentativo di modificare il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori (CCNL) dei Metalmeccanici.

 



Questa escalation ha inizio con lo scontro sullo stabilimento FIAT di Pomigliano d’Arco, allorquando il 15 giugno 2010 viene firmata l'intesa tra l’azienda e i soli sindacati confederati dei lavori CISL e UIL con la netta opposizione della FIOM-CGIL. Tale intesa intendeva superare il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori di questo stabilimento al fine di permettere la completa attuazione del piano di rilancio messo a punto dall’Amministratore Delegato FIAT. Si decide di passare ad un voto referendario (prima volta che si decide di andare alle urne in uno stabilimento industriale) tra gli operai del sito campano e il 22 giugno 2010 la maggioranza degli operai con il 63,4% dei votanti approva il nuovo accordo sindacale.

Questa vittoria della FIAT riguarda solo il primo round dello scontro perché in materia dovranno esprimersi i giudici. Infatti, il nuovo accordo modifica il Contratto Collettivo Nazionale dei Lavoratori che scadrà il 31 dicembre 2012. Il quesito è: può il nuovo accordo firmato da FIAT e CISL-UIL sostituire un contratto che ancora non è scaduto senza l’approvazione della più grande rappresentanza sindacale, vale a dire FIOM-CGIL? A prendere posizioni a favore della FIAT ci si mette Federmeccanica, che il 7 settembre 2010 decide di sciogliere l’accordo a livello nazione. Difatti, per il tramite del suo direttivo, ha dato mandato al presidente Pierluigi Ceccardi di comunicare alle organizzazioni sindacali il recesso dal contratto nazionale siglato il 20 gennaio 2008 e valido fino al 2012.

 



Aldilà della posizione che si voglia prendere, con questo articolo abbiamo voluto fare chiarezza, evidenziando i fatti, che stanno portando alla nascita di questo “nuovo rapporto” di lavoro che sta nascendo tra gli operai e i suoi imprenditori. Questo strappo appare proprio uno degli effetti più eclatanti della crisi, dove all’obbiettivo della riduzione dei costi si vuole giungere anche tramite la compressione dei diritti degli operai. E’ l’eterna sfida tra logiche di mercato e logiche sociali. Il risultato di questo confronto/scontro sarà decisivo nella costruzione della società che stiamo preparando ai nostri figli.

Grottaglie, in quanto comune della provincia che accogli uno dei siderurgici più grandi del mondo (senza considerare tutto il suo indotto), è coinvolta in questa battaglia sui diritti dei lavoratori più di quello che possa credere. Il risultato di tale scontro avrà delle implicazioni forti sull’intero sistema del lavoro nazionale perché creerà un precedente con cui faremo i conti nel prossimo futuro, ma inciderà notevolmente anche sulla economia locale, determinando in maniera notevole quale saranno i progetti del nostro futuro e quali saranno i mezzi da adottare per realizzarli.

 

 

Immagine: wikipedia


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