REGIONE PUGLIA: MAGGIORE RIFLESSIONE SULL’ IMPATTO AMBIENTALE DELLE FONTI RINNOVABILI
Di Mariangela Martellotta (del 09/11/2010 @ 11:52:36, in Territorio, letto 3030 volte)

Maggiore riflessione all’impatto che gli impianti per fonti di energie rinnovabili possono avere sul territorio. Tra la fine di Ottobre e gli inizi di Novembre la Regione Puglia ha posto l’attenzione sul tema degli impianti per fonti di energie rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, solare termico etc…). Si legge in un comunicato del Consiglio regionale : “Il punto di partenza è la scelta politica della Puglia, fin dalla prima ora del governo Vendola, di puntare sullo sviluppo delle fonti alternative, in particolare dell’eolico e del fotovoltaico. Nel tempo i valori obiettivo sono risultati superiori a quelli stabiliti nel Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR)”.

Ad oggi sono in produzione circa 250 MW di fotovoltaico, a fronte dei 200 fissati come obiettivo dal PEAR, e sono autorizzati oltre 2.500 MW di eolico (a cui si aggiungono le richieste per altri 20.000 MW), a fronte di un obiettivo di 4.000 MW. Questo si traduce in un impatto notevole sul suolo e sul paesaggio che rende necessario:
- orientare i nuovi impianti fotovoltaici sul costruito (tetti delle abitazioni, capannoni, serre);
- limitare l’occupazione di suolo da parte dei nuovi impianti eolici industriali, preferendo l’off shore;
- favorire le nuove tecnologie quali, ad esempio, il solare termodinamico e la geotermia.

Il Consiglio regionale pugliese ha modificato la disciplina della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). Il disegno di legge (Modifica e integrazione della legge regionale 12 aprile 2001, n. 11 e s.m.i. “Norme sulla valutazione dell'impatto ambientale” ) approvato prevede che gli impianti di produzione di energia con una produzione pari o superiore a 1 megawatt (MW) siano assoggettati a VIA. Tale limite che era finora fissato a 10 MW è stato portato a 3 MW e la soglia oltre la quale scatta l’obbligo di VIA per gli impianti ricadenti in aree industriali dismesse o integrati in edifici in aree produttive. Il testo prevede, inoltre, una ulteriore riduzione a 0,5 MW e del limite per gli impianti ricadenti in aree naturali protette o in aree di particolare pregio urbanistico ed agricolo.

 



L’assessore all’ambiente Lorenzo Nicastro sottolinea che ciò che ha costretto il Governo ad adottare questa norme “riparatrici”, così come lui ha le ha più volte chiamate e definite, è stato voluto e fatto dalla Corte Costituzionale. Si rammenta inoltre che la Consulta della Corte Costituzionale ha bocciato le norme con cui la Regione aveva innalzato a 1 Mw il limite entro il quale era possibile installare nuovi impianti con Denuncia di Inizio Attività (DIA) in alternativa all’Autorizzazione Unica, e aveva vietato la localizzazione degli impianti fotovoltaici a terra e in zona agricola, privilegiando pensiline, serre e facciate di edifici.

Inoltre a partire dal 26 ottobre gli imprenditori di energie pulite devono pagare 1.000 € per avviare l’istruttoria finalizzata ad ottenere l’autorizzazione unica, più un onere specifico a seconda dell’impianto: 50 cent per ogni chilowatt di potenza elettrica se si tratta di impianti eolici e 1 € per ogni chilowatt di energia proveniente invece da impianti fotovoltaici o da biomasse. A renderlo possibile sono le Linee Guida nazionali in materia di energia rinnovabile (DM 10 settembre 2010) che consentono alle Regioni di adeguare gli oneri istruttori.

Per la Puglia la motivazione è contrastare l’attività di intermediari e di speculatori, che cercano di ottenere autorizzazioni uniche per poi rivenderle agli imprenditori. Oltre agli oneri appena descritti, ne sono stati individuati altri anche per ottenere l’autorizzazione a realizzare opere di connessione alla rete elettrica di trasmissione e di distribuzione.

In definitiva bisognerà pagare:
- 1.000 € per essere autorizzati a realizzare un collegamento alla rete di media tensione
- 2.000 € per connettersi alla rete di alta tensione a 150 chilovolt (kV)
- 5.000 € per collegarsi alla rete attraverso una stazione di trasformazione fra150 e 380 kV.

 



Fino ad oggi l’importo per gli oneri istruttori era di 1.500 € in tutto senza distinzione né per grandezza né per tipologia di impianto. Oggi l’autorizzazione unica per installarlo potrebbe arrivare a costare anche decine di migliaia di euro tra oneri istruttori e autorizzazioni alla connessione. La Giunta regionale ha stabilito, inoltre, che le nuove norme si applichino non solo a chi avesse presentato la domanda dal 26 ottobre 2010, ma anche a tutte le richieste inviate nei 180 giorni precedenti (cioè a partire dal 28 aprile 2010), per le quali non risulti avviato formalmente il procedimento.

La motivazione dei “freni” e degli “oneri” per gli impianti non domestici si evince anche dalle parole della Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone : “Abbiamo costruito un deterrente forte nei confronti degli speculatori nel campo delle rinnovabili. Oggi abbiamo richieste per più di 36.000 megawatt. Dobbiamo porre un argine e allo stesso tempo creare le condizioni perché i pugliesi risparmino sulla bolletta. Quello appena descritto è, insieme con l’estensione della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ai piccoli impianti, uno dei primi decisivi passi in questa direzione.

Un’azione resa possibile purtroppo solo oggi, per l’uscita tardiva delle Linee Guida nazionali, che permettono alle Regioni di adeguare gli oneri istruttori
”.

 

 

Immagine: aforis.it


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