L'ISOLA DI S.PAOLO A TARANTO è IN VENDITA. CHE FINE FARA' L'ISOLA CARA A NAPOLEONE BONAPARTE?
Di Enrico Carassi (del 11/01/2011 @ 11:22:59, in Taranto, letto 9487 volte)

Foto Fondazione MichelgnoliChissà quante volte, passeggiando per "il lungomare" tarantino, abbiamo scrutato l'orizzonte, verso il mare, e a poche miglia dalla costa, abbiamo individuato "le isole" di Taranto: San Paolo e San Pietro.

 

 


La più piccola, l'Isola di San Paolo, sarà venduta. Proprietario dell'isola è il Demanio Militare della Difesa, che, pare, abbia messo in vendita una delle due Cheradi: quella attualmente abbandonata a se stessa. Un'isola di cui Gir si è già occupata alcuni anni fà.

 

 


L'isola ha una superficie di circa 5 ettari (in questa GALLERIA è possibile ammirare alcuni particolari). Nel medioevo aveva il nome di Sant'Andrea, per via della chiesa che fu edificata in onore del santo. Anticamente pare che l'isola appartenesse al Clero ma l'aspetto storico più importante dell'isola fu "la presenza" di Napoleone Bonaparte: verso la fine del settecento fece edificare il "forte di Laclos" dal nome del Generale d'Artiglieria Pierre Choderlos de Laclos, li sepolto nel 1803 . Con l'unità d'Italia l'isola passò dal Clero al Regno.

 

 

Mentre l'isola di San Pietro con una superficie di 117 ettari è un vero e proprio ecosistema terrestre ricco di flora e fauna, l'isola di San Paolo con appena 5 ettari, quasi tutti occupati dal "forte di Laclos" e dai resti delle installazioni militare utilizzate per la difesa della città di Taranto nella seconda guerra mondiale, ha un invidiabile e ricco ecosistema sottomarino: lungo le pendici dell'isola infatti è possibile, lungo il fondale basso, ammirare distese e infinite praterie di Posidonia, oltre le quali trovano rifugio spugne, molluschi, ricci, stelle marine e pesci di diverse specie. Diverse volte sono stati avvistati delfini: motivo per il quale fu proposta l'istituzione di una riserva marina.

 

 


Senza nulla togliere all'isola di San Pietro, ma l'isola di San Paolo è più affascinante, più misteriosa: "il carico storico" di cui è persuasa è indescrivibile.

Chissà quale fine e a quello scopo sarà destinata dopo, l'eventuale, vendita.

 

 

 

Foto: Fondazionemichelagnoli.it


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