GROTTAGLIE A TEATRO: SUPERBI I PROTAGONISTI RODOLFO LAGANA' E FRANCESCO PANNOFINO
Di Marianna Iaquaniello (del 21/02/2011 @ 20:00:49, in Spettacoli, letto 2346 volte)

Divertente ma soprattutto emozionante la rappresentazione del 20 febbraio, al teatro Monticello di Grottaglie. In scena l’atteso spettacolo “Ladro di razza” una commedia tragico-comica di Gianni Clementi, con la regia di Stefano Reali. Notevole l’interpretazione di Rodolfo Laganà, nei panni del traffichino Tiberio, e di Francesco Pannofino nel ruolo dell’onesto e assennato lavoratore Oreste; assente purtroppo per motivi di saluti Francesca Reggiani, sostituita magistralmente da una attrice altrettanto brava, di cui purtroppo non hanno comunicato il nome al momento dell’avviso della sostituzione.

Il truffatore Tiberio, appena uscito di galera, si rifugia nella spoglia e malmessa abitazione dell’amico Oreste, umile lavoratore, per poter sfuggire ad un creditore ("Atto di dolore") a cui deve molti soldi. Invece di prendere esempio dall’amico e recuperare il denaro lavorando onestamente, Tiberio va alla ricerca dell’idea giusta per trovare il denaro, non disdegnando furti e truffe.

 

 

 

Per una caso, incontra Rachele Bises, una donna ebrea, sola, ricca. Il truffatore architetta l’idea di far innamorare la donna, farsi aprire la sua casa e con la complicità di Oreste, derubarla, ma non riesce nel suo piano in quanto Rachele lo “sconvolge” doppiamente: fisicamente , per la continua “voglia” che ha di lui che lo debilita, ed emotivamente, in quanto scopre essere tutto vero ciò che egli aveva sentito dire riguardo ai trattamenti riservati agli ebrei, che inizia a vivere in prima persona, con la cattura e l’uccisione dell’amico e il rastrellamento da parte dei tedeschi del ghetto ebraico, a cui sarà sottoposto anche egli stesso.

 

 

 

Probabilmente tra le migliori rappresentazioni a cui abbiamo assistito finora, la particolarità dell’alternanza scenografica per creare le giuste ambientazioni (la catapecchia di Oreste e la casa sfarzosa di Rachele), le musiche di sottofondo ai cambi di scena a preparare e suggerire l’atmosfera, il giusto equilibrio tra il divertimento che non è mancato e la commozione sul finale, sia per il ricordo di una delle più atroci tragedie della storia dell’umanità sia per la consapevolezza, le certezze, per i miracoli che solo l’amore sa compiere.


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