"SCHIAFFO ALL'ITALIA": CESARE BATTISTI è LIBERO. SCARCERATO L'EX TERRORISTA. RICORSO ALL'AJA?
Di Redazione (del 09/06/2011 @ 10:11:15, in Esteri, letto 1361 volte)
Cesare Battisti, ex terrorista e scrittore italiano, condannato in contumacia all'ergastolo, con sentenze passato in giudicato, per aver commesso quattro omicidi in concorso durante i cosiddetti "anni di piombo", da oggi è libero.

Dopo aver trascorro la prima parte della sua latitanza in Francia fu arrestato in Brasile nel 2007 e condotto nel carcere di Brasilia. L'Italia ne chiede l'estradizione, ma il presidente brasiliano LULA rifiuta.

Si vocifera dell'apertura di un caso diplomatico tra Italia e Brasile.

Sulla questione interviene definitivamente la Corte Costituzionale brasiliana, ieri 8 giugno 2011, che con sentenza rifiuta l'estradizione.

 

 

Cesare Battisti viene scarcerato, e, da oggi è libero.

 

 

L'ansa batte la notizia: L'ex terrorista rosso ha lasciato il carcere di Papuda, nella periferia di Brasilia, poco dopo la mezzanotte ora locale (le 5:00 in Italia). All'uscita non ha rilasciato dichiarazioni, ma si è limitato ad un saluto con la mano prima di salire in macchina. Era vestito con pantaloni e camicia chiara e, secondo alcune fonti, trascorrerà la notte in un'abitazione di un quartiere residenziale di Brasilia."Mi ha detto che ha scelto di vivere in Brasile, probabilmente per lavorare come scrittore, qui ha molti amici", ha detto uno dei suoi avvocati, Luis Roberto Barroso, che ha incontrato Battisti pochi minuti prima della liberazione. Secchi i commenti delle istituzioni italiane. Berlusconi: "Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha appreso con vivo rammarico dell'ultima pronuncia del Tribunale Supremo Federale del Brasile che conferma il diniego all'estradizione di Cesare Battisti. La decisione, si legge in una nota di Palazzo Chigi, non tiene conto delle legittime aspettative di giustizia del popolo italiano ed in particolare dei familiari delle vittime di Battisti. L'Italia, pur rispettando la volontà del Tribunale Supremo Federale, continuerà la sua azione e attiverà le opportune istanze giurisdizionali per assicurare il rispetto degli accordi internazionali che vincolano due Paesi accomunati da legami storici di amicizia e solidarietà."

 

 

Frattini: "Il ministro degli Esteri Franco Frattini "prende atto con profondo rammarico" della decisione con la quale il Supremo Tribunale Federale del Brasile ha convalidato il no all'estradizione in Italia di Cesare Battisti permettendone la scarcerazione. Lo si legge in un comunicato della Farnesina. "Pur rispettando la decisione del massimo organo giurisdizionale brasiliano - si legge nel testo -, il ministro Frattini ribadisce il convincimento del governo italiano, condiviso da tutte le forze politiche e dall'opinione pubblica, in merito alla fondatezza della richiesta di estradizione". "Non posso non rilevare - afferma Frattini nel comunicato - come la decisione odierna del massimo organo giudiziario brasiliano, oltre ad offendere il diritto alla giustizia per le vittime dei crimini di Battisti, appaia contraria agli obblighi sanciti dagli accordi internazionali che legano i due Paesi, peraltro accomunati da profondi e antichi legami di amicizia e consanguineità". "Da parte italiana - prosegue il testo - si intende attivare immediatamente ogni ulteriore possibile meccanismo di tutela giurisdizionale presso le competenti Istituzioni multilaterali, e in particolare presso la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, per perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale".

 

 

Dopo il no del Supremo Tribunale Federale del Brasile alla richiesta di estradizione per Cesare Battisti, l'Italia "intende attivare immediatamente - si legge in un comunicato della Farnesina - ogni ulteriore possibile meccanismo di tutela giurisdizionale presso le competenti Istituzioni multilaterali, e in particolare presso la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aja, per perseguire la revisione di una decisione che non si ritiene coerente con i principi generali del diritto e con gli obblighi previsti dal diritto internazionale".

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