CORSO DI FORMAZIONE: GLI INFERMIERI E LA SICUREZZA DEI PAZIENTI, AL VIA IL 14 APRILE
Di Cosimo Linoci (del 21/02/2008 @ 16:22:55, in Sociale, letto 6425 volte)

“Prevenzione e Gestione del Rischio Clinico nella professione Infermieristica” organizzato dalla società Qiblì con la collaborazione Scientifica del Prof. Quirino Piacevoli (presidente della Clinical Risk Management Society).

L’incontro si svolgerà il 14/04/2008, presso la sala convegni ADA Revolution Office di Grottaglie(TA).


Gli Infermieri e la sicurezza dei pazienti, al via il 14 Aprile 2008 il corso “Prevenzione e Gestione del Rischio Clinico nella professione Infermieristica”.

 

È ormai noto che la maggior parte degli errori in ambito sanitario ha origine organizzativa e in questo tipo di organizzazione non è inserito soltanto il medico, ma tutta una serie di operatori, con competenze e responsabilità differenti, ma facenti parte dello stesso processo: il processo di cura del paziente.

 

Una delle figure professionali maggiormente coinvolte in questo processo è l’infermiere ed è, insieme al medico, il professionista maggiormente soggetto a rischio di eventi avversi.

 

Non ci sono molti studi sugli infermieri, ma i dati a disposizione rilevano che circa il 30% degli errori segnalati negli incident reporting sia ascrivibile alle attività infermieristiche.

 

Negli ultimi anni, infatti, si sono ripetuti episodi che hanno visto gli Infermieri protagonisti in negativo nelle corsie italiane: dal caso di Lecco, dove una infermiera è stata indagata per aver volontariamente causato la morte di più pazienti, al caso del Piemonte, dove un bambino di 2 anni è morto per l’involontario scambio di una fiala.
Infine, in Umbria una mortale soluzione a base di formaldeide erroneamente utilizzata per un enteroclisma ha causato la tremenda agonia, e poi il decesso, di due anziani ricoverati.

 

Se il primo dei casi citati è legato a una condizione particolare dell’infermiera e, secondo i capi d’accusa, è entrata in gioco la volontà della professionista, gli altri casi sono legati a errori degli nfermieri, impegnati nella somministrazione di farmaci, o in tecniche ritenute di bassa difficoltà.

 

In questi casi le responsabilità individuali saranno valutate dal sistema giudiziario, ma è doveroso riflettere sull’accaduto.

 

Da un evento negativo è possibile ricavare, dopo attenta analisi, l’insegnamento per impedirne la replica.

 

Il rispetto di protocolli scritti e di attività basate su linee guida sono per chi vuole definirsi ‘professionista’ un atto dovuto: nessuno accetterebbe di volare su un aereo pilotato un po’ a caso, con rotte intuitive e quantitativo di carburante valutato a occhio; né si farebbe difendere da un legale che conosce il codice in modo impreciso, citando gli articoli come gli par di ricordare.

 

Le aziende sanitarie e le strutture private investono in formazione e aggiornamento in maniera disomogenea in Italia, dimenticando che il personale è, con i muri e le strutture, il principale patrimonio; i servizi infermieristici aziendali, ove esistenti, non riescono quasi mai a migliorare la
qualità dell’assistenza erogata, se impegnati a garantire la sola quantità, come conseguenza di dotazioni organiche scarse.

 

Lo stesso ricorso a turni di lavoro aggiuntivi e a straordinari porta ad un inevitabile aumento del rischio di errori e di malpractice, perché in determinati reparti il carico di lavoro è veramente gravoso.

 

Fino a quando non si comprenderà che gli Infermieri (oltre 340mila sono in Italia gli iscritti all’Albo professionale Ipasvi) possono essere parte del problema salute, ma anche e sopratutto parte della soluzione (come gli ambulatori infermieristici, l’Infermiere di famiglia, e alla ‘vera’ autonomia della professione negli ospedali, con veri dirigenti Infermieri provenienti dalle corsie, in grado di capire il senso dell’attività) i pazienti italiani non godranno di una maggiore sicurezza e assistenza:
la Sanità non è solo medicocentrica e paradossalmente questi errori infermieristici, tragicamente, lo hanno dimostrato.

 

Ad oggi, le poche Leggi fatte in nome e per conto degli Infermieri hanno mostrato alcune luci e parecchie ombre: basti per tutte la Legge 1/2002 (nota come ‘Decreto Sirchia’, recentemente rinnovata): consente il ritorno in servizio degli Infermieri (e di altri Sanitari) entro 5 anni dal collocamento in pensione, con inserimento prioritario per i reparti dell’emergenza e delle sale operatorie, cioè in quei reparti dove massimo è l’impegno fisico e mentale, e dove la gestione dell’urgenza stressa decisamente anche ragazzi di poco più di vent’anni.

 

All’estero dopo alcuni anni trascorsi nelle unità dell’emergenze si diventa istruttori, ma non si resta in turno in rianimazione fino a 70 anni!
Sempre a proposito di estero, si ricorda che infermieri canadesi e olandesi in una esperienza internazionale fatta già parecchi anni fa: mentre in Italia ancor oggi molti medici ritengono decisivo, perfino gratificante, programmare il turno degli Infermieri, o stabilire un piano di recupero all’autonomia vescicale di un paziente allettato, questi infermieri stranieri (sin dagli Anni 70 dello scorso secolo) sanno gestire in autonomia questi ed altri più preziosi aspetti del Nursing e dell’organizzazione correlata, lasciando, fra le altre cose, al medico più tempo per occuparsi di diagnosi, prognosi, interventi chirurgici.

 

Alla luce di quanto detto fin ora, è chiaro che tutti possono commettere errori, sia i medici sia gli infermieri, in quanto errori sistemici. Il rischio, poi, aumenta proporzionalmente alla durata della degenza e con l’età dei pazienti e quanto più la struttura sanitaria è complessa tanto più è soggetta ad eventi avversi.

 

Si ritiene opportuno, dato che, come si diceva sopra la maggior parte degli errori sono dovuti alle inefficienze organizzative, coinvolgere in questo processo di cambiamento anche l’operatore sanitario che più spesso e sempre con maggiori responsabilità segue l’attività del medico, l’infermiere.

 

A tal proposito, la società Qiblì con la collaborazione Scientifica del Prof. Quirino Piacevoli (presidente della Clinical Risk Management Society) e della società ADA Revolution Office
organizzerà una serie di corsi di formazione rivolti ad infermieri professionali che svolgono la loro attività nella regione Puglia. Il primo corso si svolgerà a Grottaglie il 14 Aprile 2008 e coinvolgerà 50 infermieri professionali. L’evento è stato accreditato presso il Ministero della Salute e rientra nel Programma di Educazione Continua in Medicina (E.C.M.).

 

Per informazioni ed iscrizioni: Qiblì Srl, via Alfieri 27 – Grottaglie(TA) Tel.: 099.593.01.53 email i.decarolis@qibli.it.

 

 

Comunicato stampa di Ida De Carolis per la Quibli s.r.l.


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