INTERVISTA A VALERIO MANISI DOPO IL SUCCESSO DE "IL TEATRO VALE... PER 2"
Di Marianna Iaquaniello (del 05/04/2012 @ 22:38:39, in Spettacoli, letto 2078 volte)

Dopo l’ultima data di fine marzo, che ha concluso (provvisoriamente …) il ciclo di repliche dello spettacolo “Il Teatro vale… per 2”, abbiamo rivolto alcune domande al vulcanico Valerio Manisi, attore, autore, regista, musicista e vera e propria “anima” di questo spettacolo, e non solo.

Valerio ci ha risposto con il suo entusiasmo e la sua schiettezza, non rinunciando neppure a qualche stoccata tutt’altro che diplomatica.

In giro per l’Italia due ragazzi del Sud, di due città che scopriremo molto “simili”. Come siete stati accolti? Come ha risposto il pubblico nelle varie città? Quali le sue reazioni, le sue risposte, i suoi ritorni? Quali le differenze tra il pubblico delle varie città?

La differenza fondamentalmente è minima… quello che maggiormente balza all’occhio, da un punto di vista teatrale, è forse il fatto che “fare Teatro” a Grottaglie, o dalle nostre parti in generale, non è ritenuto ancora un evento prettamente culturale. O meglio, un momento in cui la “macchina attoriale”, qual è l’attore, mette dinanzi al pubblico, non un’opera che sia la solita commedia vernacolare, ma un copione ben stabilito, pezzi di Teatro classico, e musica d’autore. In poche parole il Teatro non è identificato come “mestiere”, come la possibilità che possa rappresentare una ragione di vita come lo è per me… ma un semplice momento amatoriale, che si limiti a drammaturgie vernacolari da accenti dialettali e situazioni riscontrabili nelle proprie case e che, se discostato dalla qui dianzi esposta tematica, non ha più interesse collettivo.

Premetto che io amo da morire il nostro Teatro popolare, sempre ho vantato quelle persone che nel nostro paese, nonostante tutto, si spendono e lavorino per mantenere viva la tradizione del Teatro dialettale. A parte questo, sono felice d’aver riscontrato il fatto che la mia “drammaturgia”, diciamo così, sia stata ben accettata in tutte le città che abbiamo visitato. Critici, giornalisti e addetti ai lavori hanno davvero varcato le aspettative qualche volta. E tornando a ciò che dicevamo prima sul vernacolo, è stato proprio il mio dialetto, il mio accento, volutamente marcato in tutta Italia, a dare forse la diversità di resa di questo spettacolo.

Nonostante la presenza del bravissimo attore napoletano Valerio Di Tella, ho avuto la sensazione che il mio accento, il mio modo di parlare, sia stata la vera novità. Sappiamo bene che il Teatro partenopeo vanta centinai di anni di grandi opere, a differenza del Teatro pugliese che forse, ancora, non esiste. In conclusione posso dire che l’acre odore della fame, della disperazione e della “crisi”, se così vogliamo chiamarla quest’opera teatrale senza fine, è forte in tutta Italia… soprattutto nei confronti del Teatro
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Come un cerchio che naturalmente si chiude, dopo un anno esatto sei ritornato sul palco del Teatro Monticello, nella Tua Grottaglie, con lo Spettacolo “Il Teatro Vale per 2!”. Da qui partito il tour e qui concluso. Quindi sei tornato dove questa avventura è cominciata. Come è stato questo ritorno?
Il Teatro è una continua emozione, come la famosa goccia dello scultore Kengiro Azuma, ch’egli fisicamente descrive come l’attimo più perfetto del tempo. Nonostante un testo lo reciti centinaia di volte, esporlo ad un pubblico, soprattutto quando è nuovo e critico, è davvero un’esperienza indimenticabile ed unica… devo dire però che recitare di nuovo per il pubblico grottagliese è stata per me una forte emozione, mai provato in tutto il tour de “Il Teatro Vale per 2!”. Forse perché gravava sulle mie spalle una responsabilità più grande del solito, convinto che il pubblico questa volta avrebbe preteso di più da me… e sinceramente penso che l’abbia fatto!

Voci di platea mi hanno riferito che parecchia gente diceva “Però è cresciuto, è migliorato… si vede che ha studiato!” che questo sia vero o no, non lo so dire! Ma se davvero è stato detto, penso di aver vinto e meritato perlomeno l’attenzione che il pubblico stesso mi ha dedicato. Anzi, dico sinceramente che, rivedendo i video (cosa che evito spesso di fare perché in video mi odio, ma che per motivi professionali sono stato costretto a fare) ho notato parecchie dimenticanze tecniche, errori ed incertezze… ma in Teatro questo, penso io, può succedere, perché spesso è il pubblico a manipolarti, a gestire la tua performance, a caricarti… e se sabato mi sono sentito forte è perché la forza veniva certamente dal pubblico che mai con m’è, qui a Grottaglie, s’è divertito tanto. Poi in fondo interpretavo me stesso… non potevo che essere me stesso!





È stato un anno per te intenso di rappresentazioni, di studio, di confronto. Quindi ritorni a riproporre lo spettacolo con un bagaglio personale più ricco e con una indubbia tua crescita. Cos’è rimasto invariato e cosa è cambiato rispetto ad un anno fa? Com’è Valerio nella rappresentazione targata 2012 rispetto a quella del 2011?
Si… Penso di essere cambiato tanto, soprattutto professionalmente! Lo dico non perché l’ho capito da solo, ma perché i miei compagni della Compagnia del Teatro Jonico Salentino me l’hanno detto più volte. Forse perché durate le prove sono ora più esigente, più tecnico. Non posso negare la realtà, e nessuno può permettersi di dire che in questi anni io non abbia studiato tantissimo, come tanto altro ho fatto per le mie scritture, per i miei spettacoli.

Grazie a maestri contemporanei affermati del Teatro, come ad esempio Roberto D’Alessandro o Pietro De Silva che ho frequentato a Roma, ho avuto la fortuna di seguire centinaia di spettacoli da dietro le quinte e altrettante prove. Ho capito cos’è organizzare un’economia teatrale e cosa significa “vivere di Teatro”. Ho imparato che è davvero ingenuo “chi si beve che con l’arte non si mangia”, ci sono centinaia di ragazzi che non sanno fare altro proprio perché l’”artista” (musicista, attore o scrittore che sia) lo sanno fare benissimo. Un esempio a me vicino è Domenico Carlucci, che mi ha seguito in tutte le date. Ragazzi come me che ci mettono davvero il cuore, perché soldi non ce ne sono.

Così come anche il caro collega Valerio Di Tella o mio fratello Francesco Manisi che ha diviso il palcoscenico con me a Napoli e a Roma. Tutto questo ti fa vedere con un’ottica totalmente diversa, ma soprattutto con un’ottica più tecnica, più esperta. La differenza tra quello che sono ora e quello che ero un anno fa è che ora questa è totalmente la mia vita. Che lavorare per me significa studiare ancor più per il Teatro, portarlo ovunque e mettercela tutta affinché il mio lavoro sia sempre più perfetto e che il mio pubblico, insieme ad i miei amici della Compagnia, siano sempre orgogliosi di me e di lavorare con me
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Dopo questa avventura di teatro cosa ci riserverai? Comincia la musica con i Pizzicati? Sarà un'estate "tarantolata"?
E penso proprio di si! Torneranno anche quest’estate i “Pizzicati int’allù Core”, più forti e motivati che mai. Abbiamo già in programma tante date, con uno spettacolo del tutto nuovo e, molto probabilmente, con l’uscita del nostro primo CD intitolato simpaticamente “RonDanDò!”. CD che solo ora abbiamo deciso di fare perché penso che sia giunta l’ora, centinaia di persone ce l’hanno chiesto, siamo abbastanza cresciuti, abbiamo aspettato di consolidate tante cose ed estirpato totalmente “il marcio”. Lo realizziamo solo adesso non perché, come alcuni ipocriti che non valgono nulla dicono “non abbiamo avuto il coraggio di affrontare questo progetto”… ma per il semplice fatto che solo ora ci sentiamo pronti, consolidati e con affianco tanti cari amici che ci seguono, ci stimano e ci vogliono bene!

Affinché la nostra uscita sia un sollievo, un orgoglio di tanto lavoro! Non una “forma di coraggio” alla quale, io in prima persona, riconosco a chi in giro mette CD inascoltabili, stupri gratuiti alla cultura popolare. In più, con la mia Compagnia Teatrale, ce la stiamo mettendo tutta per realizzare ancora quest’anno il concertone del 10 agosto a Fantiano. Battezzato dall’amico Kokò tre anni fa e che ora passa totalmente nelle nostre mani, con tante novità e con la prima esibizione dell’Orchestra Popolare Jonico Salentina fondata da me e dal maestro Carmine Fanigliulo. Speriamo che tutto vada bene e che questo Comune possa dare davvero sostegni concreti e mirati… nessun “contentino” alle associazioni che si spaccano la schiena per Grottaglie, alle quali va il mio augurio.


Dalla tua arte, che sia essa teatrale o musicale, trasuda il tuo amore incondizionato per la tua città. Ma la nostra Grottaglie merita tanto affetto, tanta devozione, tanto amore?
La “mia città” penso di si… non totalmente chi la compone! Sono nato a Grottaglie, ho tutta la mia famiglia a Grottaglie, i miei genitori, i miei nonni, la mia bella Bria! È inevitabile che io non la pensi, non la porti con me… anche se ad un certo punto, per motivi professionali, ho dovuto far mio tutt’altro modo di vivere e di pensare, diverso da quello amatoriale grottagliese. Ma non posso sfrattarla dal mio cuore! Grottaglie sono io quando non sono a Grottaglie, e Grottaglie è me quando strappo un applauso o una risata in più… ma non è sempre così!

Questa città m’ha provocato anche profonde ferite, indelebili dispiaceri. Lasciando perdere l’invidia che sulla mia pelle alle volte, se vogliamo immotivatamente, ho riscontrato, vorrei riferirmi anche hai danni che la “malapolitica” ha inflitto a questa città per anni! Tra le tante cose la questione della discarica, che ha reso la nostra terra “pattumiera dell’Italia” e sono felicissimo infatti della notizia avuta in riferimento ai ragazzi che insieme a me protestavano d’avanti al terzo lotto, dichiarati innocenti e che i reati infine non sussistono. Viva la verità! Questa è una grande dimostrazione, i giovani quando vogliono far valere i loro diritti, salvaguardare la propria vita, la propria terra ce la possono fare nonostante tutto. 

Come, in fine, la Piscina: mio padre sono già due anni che non lavora perché questo comune non ha saputo gestire degnamente una struttura che rappresentava il vanto della città di Grottaglie, dotato delle più qualificate personalità del settore e apprezzate da tutta la provincia. Troppe chiacchiere e troppi incompetenti, a parere mio, gestiscono la cosa pubblica, persone che non sanno mettere una parole dietro l’altra e che pensano a tutt’altro che alle problematiche della città… misteri e miserie della politica!

Comunque Grottaglie è sempre nel mio Cuore e per quanto mi riguarda farò il possibile affinché col Teatro possa io rappresentarla ovunque. Questo è il mio augurio seguito da quello di un Teatro sempre pieno ed entusiasta
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