MURO A SECCO ABBATTUTO, CARTE IN REGOLA
Di Giusy Palmieri (del 06/03/2008 @ 12:19:08, in Cronache, letto 3571 volte)

Da quella mattina del 25 febbraio scorso, caratterizzata da una diffusa emozione popolare per l’abbattimento del “muro a secco” di via Leone XIII, e dopo la seduta dell’Ufficio del Piano particolareggiato per il recupero del Centro Storico e del Quartiere delle Ceramiche, presieduta dal vicesindaco e assessore all’Urbanistica e del Centro Storico, Francesco Donatelli, tenuta il 29 febbraio scorso, abbiamo voluto riascoltarlo.

 

Nell’immediato, ricordiamo, fummo informati sulla totale assenza di vincoli nei confronti dell’area dove il “muro a secco” insisteva. Forse nel quadro delle ipotesi mancava una certezza e l’assessore Francesco Donatelli, nell’incontro di ieri, è stato chiaro e convincente. «Prima dell’intervento operativo nella zona – ha detto – era stato richiesto il previsto “parere” della competente Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici. Il Progetto del parcheggio, già in fase di realizzazione, fra via Francesco Crispi e via Leone XIII – ha continuato - per di più precedente alla costituzione dell’Ufficio del Piano Particolareggiato, aveva peraltro urgenza di applicazione per non perdere e vanificare il relativo finanziamento accordato ».

 

Il parcheggio, infatti, era stato individuato nel Piano, proprio per dare sfogo alle necessità di parcheggio di grossi mezzi turistici e di vetture private, a valle del Quartiere delle Ceramiche ed a margine del Centro Storico. Insomma, una vicenda che nell’immediato impatto ha scosso ricordi, storie e coscienze culturali che, come in un film del regista Tornatore, la demolizione della vecchia sala cinematografica aveva portato via mille frammenti del passato, fra sguardi increduli, commossi e presenze inerti. Così, denso di sensazioni care, valori che Donatelli ha riconosciuto e condiviso, anche quel muro a secco, sebbene “vecchio, malandato, annerito dal tempo ed indifeso”, continuerà a sopravvivere nei meandri più remoti della memoria di ognuno, dove nessuno potrà mai più alienarlo ancora e dove potrà continuare a raccontare, per tramandarla ai più giovani, soprattutto, la sua meravigliosa storia secolare.

 

Pace fatta, dunque, fra l’interesse, forse più affettivo che altro, di una visione ormai scomparsa dalla realtà urbana, indubbiamente cara a molti, e l’interesse per una dimostrata necessità di pubblica utilità. Fermo restando la promessa della sua ricostr uzione.

 

Fonte: Corriere del Giorno


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