ANCHE A GROTTAGLIE IL V-DAY, CONTRO OGNI VIOLENZA E PER LA DIGNITA’ DI TUTTE LE DONNE
Di Gessica Caramia (del 19/02/2013 @ 10:20:03, in Sociale, letto 907 volte)

San Valentino vuol dire anche amare se stesse prima degli altri. Dopo per il partner”. Una riflessione profonda e simbolica quella di Emma Y. Bisignano che, assieme alla sua amica Marcella Trani, è stata l’organizzatrice del “ONE BILLION RISING V-DAY”, evento nazionale creato per sensibilizzare la società contro la violenza sulle donne.

Studentesse 24enni, motivate dall’insofferenza verso l’indifferenza delle persone su questa tematica e stupite che ben il 63% delle donne tace e subisce. Ma il V-DAY come nasce? Il V-DAY è una nuova forma di comunicazione nata nel 1998 da Eve Ensler, drammaturga statunitense, autrice dell’opera “I monologhi della vagina”, scritta nel 1996 e premiata con un Obie Award nel 1997.
Da questo spettacolo teatrale è nato il V-DAY (V sta per Vagina appunto) contro la violenza sulle donne.

 

 

 

 

La Ensler ha vissuto un infanzia difficile segnata dagli abusi sessuali perpetrati dal padre e dal silenzio della madre sulla vicenda, cosa che la spinse più volte a scappare da casa ed ad abbracciare le cause femministe nell’ambito delle lotte agli abusi. Quest’anno, il V-day si è optato di farlo con un flash-mob che consiste nel ballare alla stessa ora e nello stesso giorno di altre città, una coreografia internazionale ideata da una famosa coreografa, una danza semplice,dinamica ,alla portata di tutti, intitolata “Breack the chain” (Rompere le catene).

In soli tre giorni, Emma e Marcella hanno creato l’evento sui social network, promuovendo lo stesso attraverso telefonate, condivisione in rete, passaparola e “cartelli umani” in giro per Taranto e provincia, per far accorrere quante più donne possibili per danzare all’unisono in Piazza Regina Margherita il 14 febbraio scorso, con estemporanee d’arte curate da studenti del Liceo Artistico di Grottaglie e dell’Accademia delle Belle Arti di Lecce, e creazioni di palloncini per le più piccole a cui età simboleggia il futuro dell’universo femminile.

 

 

 

Nonostante la nobile motivazione, purtroppo,non c’è stata molta partecipazione, anzi, al contrario c’è stata molta indifferenza e l’”urlo” di indignazione verso la capacità dell’uomo di abusare della donna che tace per paura di subire ancora o rischiare la vita, si è scontrato con il silenzio della popolazione, in alcuni casi anche con la sensazione di “vergogna” a schierarsi contro chi abusa del corpo rendendolo oggetto di discriminazioni e violenze orribili.

Si spera che, campagne di sensibilizzazione e diffusione di canali e contatti di aiuto per le vittime che subiscono ma che non sanno come uscirne, continuino con persone come Emma e Marcella che indignate da dati,statistiche e speciali in cui si rendono noti dati sconcertanti, si sentano motivate a diffondere il numero elevatissimo di tale realtà in modo da farsi ascoltare e proporre indirettamente alle donne che non hanno il coraggio di reagire, e che non sono sole. E darle una speranza di una vita migliore in cui la violenza non ha diritto di entrarci in nessuna forma.


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