LI VURTAGGHIE, “VIENNIRIT̀A SANTU, QUANNA LU PREVETE BBINIT̀ LA CARNE A PESCE!”
Di Angelo Nacci (del 29/03/2013 @ 07:30:00, in Li Vurtagghie, letto 1064 volte)

Oggi è Venerdì Santo, giorno in cui i cattolici sono tenuti a rispettare il digiuno ecclesiastico o almeno l' astinenza dalle carni. L' altro giorno dell' anno che prevede il digiuno o l' astinenza è il Mercoledì delle Ceneri. Pertanto come diciamo a Grottaglie “lu Vienniritìa Santu non ci s' incammarescia” cioè non si mangia la carne.

A dire il vero l' astinenza dalle carni dovrebbe essere fatta tutti i Venerdì di Quaresima. L'astinenza comunque riguarda solo la carne in quanto si possono mangiare i derivati della carne come uova e latticini e chiaramente il pesce. Bisognerebbe anche astenersi da tutti quei cibi e bevande particolarmente ricercate e costose e quindi consumare ad esempio caviale di buona qualità non sarebbe certamente raccomandato.

I parroci dal canto loro hanno la facoltà di dispensare i fedeli dal digiuno e dall' astinenza se alla base però ci sia una giusta causa. E' bene ricordare che il digiuno non dovrebbe essere osservato dagli under 18 e dagli over 60 così come l' astinenza non dovrebbe riguardare ragazzi con età inferiore a 14 anni.

 

 

 

 

Riguardo proprio all' astinenza dalla carne vi racconterò un aneddoto che certamente i più di voi già conoscono. Un giorno, di un Venerdì in cui bisognava rispettare l' astinenza dal consumo di carne, un parroco andò a fare visita ad una famiglia. Vedendo arrivare l' ora di pranzo il padrone di casa volle invitare il parroco a rimanere a pranzare da lui.

Allo stesso tempo aggiunse di essere molto mortificato in quanto non aveva del pesce a disposizione ma solamente carne. “Sua Santità, vulì rimanite a mancià a casa noscia?”. Chiese il padrone di casa al parroco. “Però, purtroppo pesce no ni tinimu” aggiunse “posso scè pigghià sulu to jaddine pi li rrostere!”. Il prete allora tranquillizzò l' imbarazzato padrone di casa e disse: ”No ti preoccupà, va pigghia puru li jaddine, li bbiniticiumu a pesce”.

 

 

 

Si fece portare le galline e le benedisse come se fossero pesci riuscendo ad “aggirare” l' obbligo dell' astensione dalla carne. Così facendo il parroco e la famiglia che lo ospitò riuscirono a gustarsi un buon pranzo a base di carne senza alcuna paura di aver trasgredito.


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