“Continua la vergognosa aggressione del patrimonio agropastorale ad opera della speculazione energetica. Centinaia di centrali elettriche rinnovabili scandalosamente realizzate e innumerevoli altre già autorizzate e pronte a violentare migliaia di ettari di territorio, favorite da sostegni finanziari immorali, ancor più in tempo di crisi.” A denunciarlo è un comunicato congiunto di diverse associazioni ambientaliste: Italia Nostra, Comitato per la Bellezza, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Mountain Wilderness, Comitato Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico in aree verdi, LIPU, che chiedono azioni legislative a tutela del patrimonio agropastorale e contro lo spreco di risorse collettive.
“Dove trovare i soldi per ridurre o abolire l’IMU sulla prima casa? Chiede il comunicato - Su questo quesito si rischia già la prima crisi di governo. A nostro avviso l'attenzione va concentrata anche su quelle imprese che, pur nel colmo di una crisi acutissima, portano a casa e talvolta trasferiscono all’estero, enormi profitti lucrati grazie agli incentivi più alti del mondo assegnati negli anni passati all’eolico ed al fotovoltaico industriali.
Pensiamo al “re del vento” Vito Nicastri che con alcuni impianti eolici si era "messo da parte" 1 miliardo e 300 milioni, unicamente in veste di "sviluppatore". Pensiamo al 2007, quando la International Power comprò per un miliardo e 800 milioni di euro soltanto una parte delle centrali eoliche della IVPC dell’avvocato Oreste Vigorito, allora Presidente dell’ANEV (per entità, fu la nona transazione al mondo di quell’anno).
In Italia – prosegue il comunicato delle associazioni ambientaliste - le rinnovabili elettriche non sono infatti cresciute nel modo misurato e progressivo in grado di farci raggiungere, con equilibrio ed utilità sociale diffusa, il traguardo fissato dalla UE per il 2020. Al contrario sono state date in pasto ad un vero e proprio assalto speculativo, attuato anche attraverso veri e propri colpi di mano. Assalto che ha portato ad invadere vastissime aree agricole a coltura e a deturpare incontaminati paesaggi montani (in evidente spregio dell'art. 9 della Costituzione).
Assalto che graverà per 12 miliardi l'anno sulle bollette degli italiani per il prossimo ventennio. Bisogna quindi neutralizzare questi eccessi, ingiustificati, sia sotto il profilo del rapporto costi/benefici, sia dal punto di vista degli interessi dell'industria italiana.
Bisogna ridurre in modo sostanzioso l’onere delle decisioni sbagliate assunte in passato, - afferma il comunicato - tassando le rendite abnormi che altrimenti continueranno ad arricchire unicamente i produttori industriali di energia eolica e fotovoltaica. Proposte simili sono già state avanzate da autorevoli economisti come Alberto Alesina e Francesco Giavazzi, e da osservatori attenti delle politiche industriali, come Massimo Mucchetti.
Sarebbe utile ora – conclude il comunicato - una pronta proposta del Governo, che, nell'emergenza in atto, ha il dovere di non farsi condizionare da lobby speculative, ma di pensare unicamente ad un equilibrato sviluppo delle rinnovabili inquadrato nel più generale interesse dell’Italia e degli italiani.”