I CERAMISTI DI GROTTAGLIE, SAGGIO: STORIA E LEGGENDE SULL’ORIGINE DELLA CITTA'
Di Stefania Elia (del 24/05/2013 @ 16:00:00, in Grottaglie mia, letto 1912 volte)


La città di Grottaglie, porta del Salento, si situa alle falde del monte Pizzuto a circa 20 chilometri da Taranto, all’estremità meridionale della Murgia dei Trulli, un territorio eterogeneo, costellato da grotte, lame, caverne che costituiscono il fulcro originario dell’attuale insediamento urbano.

Un paesaggio che ha ispirato le parole di numerosi poeti tra cui Domenico Battista, letterato del XVII secolo che scrive:

Monte sedet, muris ardua, valle duplex:
Tophaceis domibus tamen est decorata superbis,
Plena viris, templis religiosa piis;
Aemulat oebalis coltissima rura Galesi,
Florifer est campus, frugifer almus ager,
Luxuriat crocus, regnat clementia coeli,
Ingeniis patriis Phoebus Apollo favet
.

("Inespugnabile siede su quel monte,/ per le sue mura e una doppia valle;/ d’abitazioni splendide superba,/ d’uomini piena e di devoti templi./ Emulatrice del Galeso ebalio,/ per campi feracissimi felice;/ v’abbandona il croco, mite clima gode,/ Febo fulgente grandi menti dona” Traduzione italiana tratta da “Grottaglie – Vicende, arte, attività della città della ceramica” di Quaranta Rosario – Trivisani Silvano, Tiemme, Manduria.).

La conformazione del territorio viene evocata anche nel toponimo Grottaglie che deriva da Kryptae aliae che significa “molte, diverse grotte”. L’immagine della grotta si trova raffigurata anche nello stemma della cittadina: una mucca sbuca da una grotta sulla quale biondeggiano sei spighe di grano con in alto la stella splendente a otto punte. La grotta rappresenta un luogo sicuro in cui si rifugiarono i primi abitanti del futuro centro urbano, ma è anche l’officina ideale per l’arte ceramica.


La mucca e le spighe simboleggiano la ricchezza dei campi e dei pascoli. Le sei spighe, inoltre, rappresentano i sei casali che nel 1297 vennero aggregati a quello di Grottaglie. La stella indica favore e propiziazione per l’economia rustica del paese. Lo stemma originario, che si trova raffigurato nella chiesa di Santa Chiara, presenta alcune differenze con quello più recente e noto, descritto nelle righe precedenti. Le spighe sono sette e non sei e la stella presenta sei punte e non otto; ricorda la stella di Davide, simbolo della religione ebraica.



La si potrebbe ricondurre alla presenza di una colonia di ebrei, fuggita da Oria, che si stabilì, intorno all’XI secolo, nel casale San Salvatore nella gravina del Fullonese dove operavano come conciapelli.

 

 

 

 

È da queste grotte che ha inizio la storia di Grottaglie. Esse hanno dato ospitalità all’uomo sin da epoche remote, già dal Paleolitico a cui risalgono alcuni reperti archeologici qui ritrovati. Durante l’età Neolitica le popolazioni, prevalentemente a carattere pastorale, evitano le pianure e scelgono per i loro insediamenti all’aperto, le gravine, che costituiscono non solo ripari naturali e ben difendibili ma che consentono di raccogliere acqua piovana per abbeverare il bestiame.

Sul finire dell’età del bronzo si registra un decremento demografico causato dal sopravvento dell’attività agricola su quella pastorizia e dal progressivo spostamento di gruppi verso le vicine alture come Monte S. Elia e Monte Salete su cui nacquero i primi insediamenti urbani. Al nome Salete viene associato, da alcuni studiosi, quello di Rudiae, città natale del poeta latino Quinto Ennio.

Altri, invece, riconoscono la patria del fondatore della poesia latina in un’altra Rudiae, identificata con i resti archeologici siti in località “Rugge” a pochi chilometri da Lecce. Il lento processo di evoluzione della civiltà indigena verso strutture urbane viene fermato dalla fondazione di Taranto ad opera di coloni Spartani, alla fine dell’VIII secolo a.C., che provoca lo spostamento degli Japigi verso Brindisi con un conseguente spopolamento della zona rupestre grottagliese.

Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente si apre un periodo buio e difficile che perdurerà fino al XI secolo. In questo arco temporale la storia di Grottaglie si lega a quella di Taranto e Oria che subiscono le incursioni barbariche di Goti, Longobardi, Saraceni che occupano le città che verranno poi contese con i Bizantini che risiedevano in questi luoghi. Durante il Medioevo le contrade rupestri, luoghi nascosti e perciò sicuri, tornarono a essere occupate dagli abitanti degli insediamenti vicini che sfuggivano alle rappresaglie barbariche. La fondazione della città di Grottaglie, risale, secondo gli storici, all’Altomedioevo quando, in seguito alle invasioni barbariche, gli abitanti di Salete, Rudia e Mesocoron trovarono rifugio presso le grotte di Riggio, Casalpiccolo o Lama dei Pensieri e principalmente di Casalgrande ed è qui che sorgerà il nucleo originario della cittadina.

 

 

 

Come scrive Arditi, Grottaglie rappresenta «una specie di pitagorica metempsicosi di quei villaggi, distrutti dalle guerre dei Goti e dalle scorrerie de’ Saraceni». La data precisa della fondazione della città è oggetto di controversie. Alcuni studiosi la fissano al VI secolo, altri verso il X, altri, infine, la pongono ancora più tardi. Secondo il parere di Giovan Giovine, letterato di grande prestigio, «[…] Grottaglie venne fondata nel 1297 quando, su petizione dell’arcivescovo di Taranto Enrico, Roberto, duca di Calabria, concesse che i casali di Salete e altri si aggregassero al casale di Grottaglie “ob belli discrimina”, cioè a causa dei pericoli di guerra».

Secondo il Caraglio ciò non equivale a un atto di fondazione ma a un ingrandimento del “casale Cryptaleaurum” che già esisteva, per cui le origini devono risalire a un periodo più lontano.

(continua)

 

 

Il presente articolo è una riduzione ed un adattamento di alcune parti della tesi di laurea in Dialettologia Italiana della dottoressa Stefania Elia, intitolata “I CERAMISTI DI GROTTAGLIE - SAGGIO LINGUISTICO” e presentata nell’Anno Accademico 2011 – 2012 presso il corso di laurea in Filologia Moderna - Facoltà di Lettere e Filosofia della Università degli Studi di Bari. Non è consentito l’utilizzo e la riproduzione in tutto o in parte, con alcun mezzo, di quanto pubblicato senza il preventivo ed esplicito consenso della autrice, che può essere contattata alla email stefania.elia@alice.it (N.d.R.)


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