TRA CUBA E GROTTAGLIE, BALCONI DI GAROFANI E ODORI DI BASILICO, DI PIERFRANCO BRUNI
Di Redazione (del 19/06/2013 @ 06:36:32, in Cultura, letto 1887 volte)

Passeggiando tra gli intagli di Grottaglie ripercorro un barocco che è spagnolo ma anche sud americano. Cristofaro Colombo è lontano dalle terre di Grottaglie ma ne porta i segni. Ci sono odori tra le vie di questa città delle ceramiche che hanno un percepire “speziato”. Io non ho mai fatto vacanze. Non conosco cosa possa significare ozio, pause, non far niente. I miei viaggi all’estero sono stati tutti per motivi legati ai miei studi istituzionali.” Comincia così il racconto cosmopolita di Pierfranco Bruni, che ricorda: “Di recente a Tirana ho portato con me immagini di un Salento orientale e di una Grottaglie tra le righe archeologiche e i gli scavi nel barocco. Così farò nel mio prossimo viaggio a Cuba. Ma le vacanze sono ri- creazione dell’anima? Sono stato altre volte a Cuba. Questa volta ho un compito specifico. Quello di parlare di Fiammetta e Boccaccio e raccontare Boccaccio a 700 anni dalla nascita tra le rive del Mediterraneo napoletano. Lo farò con la dolcezza dei luoghi che mi appartengono.

E perché Grottaglie? Perché gli intagli di Grottaglie hanno l’Oriente filtrato dall’Occidente. Perché i colori delle ceramiche hanno la solarità sud – americana e i simboli hanno richiami greci ma anche delle acque dell’Oceano. Le maschere nude di un Picasso mediterraneo sono nelle danze delle donne che ti danzano l’eros nella vita. È nel parlare cubano di Maria Zambrano, la filosofa spagnola che ha unito con la metafisica dell’anima e dell’alchimia continenti di civiltà. Ci sono ricordi. I suoni, la musica. L’atmosfera, il vento tra le palme, le donne, i vestiti, gli sguardi dei ragazzi, il mare, le palme nate nella sabbia. Cuba. Una città che ha il fascino della giovinezza e del sogno.

Ritornerò a Cuba per un incontro sulla letteratura. Coltivo una rosa bianca… sempre bisogna coltivare una rosa per l’amore che verrà, per l’amore vissuto, per l’amore che è stato, per l’amore che è una vacanza. Recitava Alfonso Gatto che l’amore può essere una vacanza dell’anima. Ma dobbiamo capirci cosa possa intendersi per vacanza. L’assenza di tutto e il vivere nel tutto che è distanza anche da ciò che si è. Ebbene, sì
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Cuba. Guantanamera è la voce dell’uomo sincero che vive con la sua anima il tempo che attraversa la storia. Tutto è musica e tutto può essere ragione ma ci sono le palme che non sono ombre ma filtrano l’ombra e la trasferiscono nella luce della danza delle notti. L’emozione è un palpito di percezioni che ho ascolto e vissuto (rivissuto) nelle notti di una città del suono che ti recita la vita. È un attraversamento di avventure che formano storie ma le storie sono dettate da atmosfere e da vissuti a cominciare dal viaggio in aereo. Il mare. Il chiarore della sabbia.

Si scopre Cuba. O meglio si rivive Cuba con tutto un immaginario ma anche con una visione che è fatta di sogni, di ricostruzioni fotografiche, di misteri. La Cuba dei personaggi incatenati che non ti lasciano neppure quando si è già via. Tutto ti resta dentro. È un mistero che si intreccia ai luoghi di una magia che hanno una dimensione d’anima. Eppure Cuba ha la sua pesante storia ma va oltre. Va oltre il comunismo, va oltre le ideologie, va oltre la presenza della storia nonostante la storia ci sia a dettare regole, forme, comportamenti, modi di pensare. Ma Cuba se pur con impegni di incontri, di conferenze, vale una vacanza con le donne, le bellezze nell’eleganza, che di danzano sul palmo della mano. Si viaggia non solo geograficamente ma anche nel tempo e nella storia. La Cuba degli anni Cinquanta, fine Cinquanta, la tragica missione della Baia, la visita di Giovanni Paolo II.

Ma i Caraibi sono il corallo rosso, nero, ombrato, l’ambra e le danzatrici sui bicchieri con le merengue e le salse. Si intaglia il tutto in una fotografia che non è più una cartolina ma vita. Per questo, forse, Cuba ha il suo sapore tra la bellezza, la vita e il morire della (o per) nostalgia. E poi gli echi andalusi di una Spagna Mediterranea e barocca. . Sì perché la lingua, quella lingua latino – america, lingua spagnola, è un fondere il cuore, l’anima e lo sguardo. Ascoltare e osservare. Sono contento di ritornare a Cuba, con la mia traduttrice e con quei suoi occhi profondi che mi hanno recitato giorni di fuoco. Una donna straordinaria e di una bellezza danzante.

Ho antichi ricordi d’isola che mi riconducono a quei luoghi e spesso concedo le mie serate rivedendo The Lost City di Andy Garcia nel quale l’isola ha la sua misteriosa e ammaliante avventura (anche se si tratta di un film girato a Santo Domingo). Rivedo spesso molti spezzoni di quel film straordinario, la cui bellezza è una penetrazione d’anima. Come questo narrare di immagini e di scatti di memoria che sono un trascinamento di passioni che non mi hanno lasciato e che non lasceranno il mio viaggiare. Perché ha un suo sapore, un suo camminamento, una sua attraversata tra la storia – storia e il tempo indefinito. Anche perché il ricordare ci appartiene perché appartiene alla nostra contemporaneità, alla nostra modernità e al nostro costante bisogno di bellezza
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Bellezza che si intreccia nel raccontare degli incontri, nel dialogare dei personaggi, nelle finestre dei colori che abbagliano e nelle meditazioni che si trasformano in segni contemplanti. Le finestre dei vicoli di Cuba. Sono cartoline che giocano con i fiori sui davanzali di Grottaglie. Lo sguardo. Ma negli occhi risplende il viaggio. E poi il tempo. Cosa significa a Cuba misurare il tempo e mettere le cose a posto? Ma questo mio ritornare Cuba è anche un invito a leggere Cuba libera, come ci dice, nel suo film , Andy Garcia. E poi c’è sempre la bellezza delle rose bianche.

Coltivo una rosa bianca… Un ritornare che non fa dimenticare un battito infinito. Un ricordare che ci accompagnerà certamente in altri viaggi anche in altri luoghi. In questo mio viaggiare c’è una geografia di attrazioni tra le foglie di palma piantate sulla sabbia del mare e gli amori persi e ritrovati. Gli amori si vivono e si perdono con le età che raccontano anni. Ma l’eleganza devi avercela nell’anima. Non so perché i balconi fioriti di Cuba di Jorge Amado mi “rileggono” i garofani e il verde delle foglie di basilico dei balconi del centro storico di Grottaglie?


Gir: 24 ore su 24, 365 giorni all'anno, dalla Citta' di Grottaglie