COMINCIA LA SCUOLA, COME AIUTARE IL BAMBINO A "STACCARSI" DAI GENITORI
Di Maria Bruno (del 02/10/2013 @ 17:38:00, in Il Medico risponde, letto 1392 volte)

In questo periodo molti bambini  si apprestano a lasciare le proprie case per poter abitare nuovi luoghi:i nidi e le scuole di infanzia e primarie. Per alcuni si tratta del primo distacco dalla propria mamma e dalla propria famiglia, per altri il distacco è già stato vissuto, ad esempio per quei bambini che hanno la baby-sitter o che per questioni varie si alternano tra casa dei nonni e propria abitazione. Ora, con l’inserimento al nido o a scuola, il bambino deve affidarsi a nuove figure di riferimento in un luogo differente da quello della propria abitazione e inizia a costruire nuovi legami sociali, con gli insegnanti e i coetanei, inizia a con-dividere il proprio tempo, il proprio spazio, i propri giocattoli e le proprie nuove figure di riferimento con altri coetanei.

Č comprensibile come questo cambiamento possa essere non semplice per il bambino che inizia a mutare il suo punto di osservazione rispetto a sé, agli altri e alla vita. Fondamentale per un sereno inserimento è creare una buona rete di comunicazione tra genitori e insegnanti, ricordando che gli insegnanti non sono figure che intendono sostituirsi al genitore, ma sono un supporto importante al quale rivolgersi e affidarsi. Gli insegnanti, dal canto loro, devono essere attenti ad aiutare il piccolo e anche il genitore (o il nonno o chiunque sia la persona significativa per il bambino) a gestire il distacco nel migliore dei modi, anche perchè la serenità del genitore nel ‘lasciare’ il proprio figlio è la base su cui poggia la sicurezza del bambino stesso.

 

 

 

 

 

 

Vi sono diversi fattori che influenzano il momento del distacco e dell’inserimento: l'età del bambino, il suo temperamento, la qualità della relazione con i genitori, la relazione tra genitore e insegnante. Diverse quindi sono le reazioni alla separazione e diversi sono i tempi per l’inserimento. Nei primi mesi di vita è probabile che l'ansia per il nuovo ambiente si manifesti in maniera meno evidente, mentre nel intorno agli 8/9 mesi circa ci saranno più difficoltà, poiché in questo periodo il bambino nutre ‘angoscia per l’estraneo’. Oggi i nidi e le scuole di infanzia hanno acquisito modalità di inserimento corrette e graduali e gli insegnanti sono attenti a fornire ai genitori tutte le informazioni per gestire al meglio questo periodo in cui il piccolo inizierà a frequentare il nuovo ambiente con gradualità, inizialmente con la presenza di un genitore (o di un nonno o di un'altra figura di riferimento) e pian piano da solo.

Ecco alcune indicazioni per favorire l’inserimento del bambino al nido o a scuola:

1. Prepararsi personalmente a lasciare il piccolo all’asilo: penso sia opportuno, prima ancora di preparare il bambino, che l’adulto debba essere pronto a lasciare il bambino al nido o a scuola perché la fase del distacco può essere difficile non solo per il bambino ma anche e forse soprattutto per le mamme (o chi si prende cura del bambino). E’naturale avere ansia nel lasciare per la prima volta il proprio bambino in un altro luogo e con altre persone, ma è necessario farlo per permettere al proprio bambino di costruirsi la propria identità personale e sociale.

In alcuni casi il genitore inizia a sentirsi in colpa, sta male e non vuole lasciare bambino al nido o a scuola: dobbiamo partire dal presupposto che i bambini devono sentire la mamma serena in questa fase di distacco… ‘sentire’…non ‘vedere’ la mamma serena! Il bambino percepisce l’ansia, la paura, il senso di colpa della mamma o di qualsiasi altra persona significativa per lui anche attraverso il corpo, la mimica e il tono della voce.

Quindi credo sia fondamentale che dapprima il genitore (o chi si prende cura del piccolo) sia fiducioso verso il nuovo inserimento scolastico, verso la scuola e le insegnanti…solo così può trasmettere coraggio e fiducia al proprio bambino. Il genitore deve sentirsi libero di chiedere in qualsiasi momento informazioni alle insegnanti o al dirigente scolastico e comprendendo l’importanza che riveste come agenzia educativa e formativa la scuola dell’infanzia a primaria.

E’ bene inoltre che sia una sola la persona che si occupa dell’inserimento (almeno per i primi tempi), in modo da costituire per il bambino una sicurezza costante in un periodo pieno di cambiamenti;

 

 

 

 


2. Preparare il piccolo già da qualche settimana prima a cio' che lo aspetta raccontandogli cosa si farà, descrivendo in modo positivo cosa troverà (descrivendo il posto, ossia dove si trova, com’è strutturato al suo interno, le perone che troverà, le attività che farà ecc.). Credo sia opportuno anche visitarlo qualche giorno prima, in base alla disponibilità delle insegnanti e del dirigente scolastico, oppure semplicemente passarci vicino mentre si sta passeggiando e far vedere il nuovo luogo che presto lo accoglierà.

3. Continuità con la propria casa: E’ bene favorire la continuità con l’ambiente in cui normalmente vive il bambino. A casa si potrebbe leggere alcuni libri che aiutano il bambino a visualizzare il distacco e a far proprie altre esperienze simili. Tra i libri illustrati per aiutare il bambino a visualizzare meglio la giornata all'asilo e a comprendere meglio il distacco dal genitore vi è Alice e il primo giorno di asilo edito da Il Giardino dei Cedri e proprio come Alice, il piccolo può portare con sé a scuola il suo giocattolo preferito o il regalo che mamma fa proprio in occasione del suo inserimento.

Questo risulta fondamentale perché è come portare ‘parte’della propria casa, della propria mamma, del proprio genitore sempre con sé…e anche a scuola!

4. Dire la verità: dire al bambino, rassicurandolo, che tornerete a prenderlo dopo la ninna o dopo il pranzo senza mai andare via di nascosto perché questo è un modo per farlo sentire tradito e insicuro e fargli temere che la mamma possa sparire da un moment all’altro;

5. Continuità della frequenza a scuola: al fine di far abituare il bambino al nuovo ambiente e alle nuove persone è bene, salvo eccezioni come malattie o altro, far frequentare regolarmente il nido o la scuola, accogliendo sempre la difficoltà e rassicurarlo;

6. Confrontarsi con le insegnanti: chiedendo, anche se non previsti incontri con loro, per dare e ricevere più informazioni possibili sulla vita personale e relazionale del bambino.

Buon inserimento!


Ricordiamo ai lettori che il contenuto di questi articoli ha una valenza generica e generale, e non può sostituire il parere del proprio medico relativamente a specifiche patologie o casi individuali, chiunque invece desideri ricevere una consulenza personalizzata in merito può rivolgersi direttamente alla Dott.ssa Maria Bruno, Psicologa, contattandola alla email maria.bruno@teletu.it (N.d.R.)


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