"Lascia sgomenti il secondo furto di cavi subito dal Teatro Tatà a un giorno dall’apertura della sua stagione teatrale. L’unica stagione teatrale della nostra città, l’unico teatro abitato della nostra provincia, aperto tutti i giorni per ospitare spettacoli, laboratori, prove, lavoro quotidiano.” A dichiararlo è Luciano Santoro, consigliere provinciale uscente, che aggiunge: “Perché colpire un teatro? Coloro che hanno preso di mira uno dei pochi presidi culturali del nostro territorio si rendono conto di quale danno hanno inferto a tutta la comunità?
Colpire un teatro come il Tatà, che ha fatto del lavoro sul territorio la sua cifra stilistica, significa colpire un luogo di partecipazione e cittadinanza, un luogo di formazione e crescita, un luogo bene comune.
Ci aspettiamo a questo punto – continua Santoro - che questi signori che hanno divelto i cavi dell’impianto elettrico prima e dell’impianto di condizionamento dopo, colpiscano adesso una scuola o un ospedale. Sarà chiaro così che ci troviamo non solo di fronte a ladri di rame, ma anche di fronte a ladri di futuro. E siccome di futuro alla nostra città gliene hanno rubato già troppo, non possiamo sottovalutare quello che è successo.
Sono vicino alla Compagnia Teatrale Crest e ai suoi lavoratori che faticosamente e con tanta tenacia stanno portando avanti da anni un progetto di altissima civiltà nel nostro territorio. Un teatro come il Tatà a Taranto, nel quartiere Tamburi, - rimarca Santoro - è il testimone di una resistenza alla devastazione ambientale e culturale che il nostro territorio ha subito e continua a subire. Questi furti non hanno colpito solo il Tatà, ma tutta la città che mi auspico possa ripartire dalla ribellione contro questo episodio per ripensare se stessa.”