“L’Italia nacque per un ideale laico di libertà ed uguaglianza tra i cittadini. La laicità è un principio attraverso cui affrontare la realtà senza impostazioni ideologiche, cioè senza fare riferimento a dottrine teoriche o filosofiche generali. Le soluzioni utili sono quindi indipendenti da eventuali riscontri in ambito teorico o filosofico.” Ad affermarlo è Francesco Annicchiarico, segretario della sezione grottagliese del Partito Repubblicano Italiano, che prosegue: “I partiti ideologici che hanno caratterizzato lo scorso secolo, nulla avevano a che fare con l’origine della Nazione. L’attuale panorama politico ha visto il passaggio ai partiti proprietari, completamente inventati dalle fantasie dei leader, che hanno facilmente cambiato indirizzo politico, destinati a durare fino a quando il leader fondatore non perderà la propria influenza.
La storia ci testimonia che l’unica rivoluzione nella storia dell’ umanità, fu quella capitalistica che avvenne a cavallo tra il 1100 e 1200, in Italia, con la nascita del liberi Comuni. In quei tempi, i servi impiegati nelle campagne, quando riuscivano ad abbandonarle, potevano rifugiarsi nei nuovi centri urbani ed essere cittadini liberi ed avere un reddito soddisfacente lavorando liberamente. Le attività economiche erano favorite dai prestiti finanziari che le banche elargivano. Firenze in quell’ epoca, era come la città di New York dei nostri tempi.
Ancora oggi, - evidenzia Annicchiarico - la finanza resta l’ unica speranza per l’ intera umanità, ed anche Nazioni non occidentali possono vantare un miglioramento delle condizioni di vita grazie all’ adozione del sistema capitalistico. L’attuale crisi economica dimostra come sia importante l’aspetto politico.
L’ integrazione europea dimostra che il libero mercato è in grado di unire quei popoli che prima erano in guerra. Purtroppo l’integrazione economica non prevede una unità politica, e ciò è alla base dell’ attuale crisi. Si accentuano le differenze tra gli atteggiamenti dei Paesi nordeuropei e quelli mediterranei.
La banca centrale europea non ha gli stessi poteri che ha la banca centrale britannica e americana, che al pari di quanto è successo in questi Stati, avrebbe potuto permettere una facile risoluzione della crisi dei debiti sovrani. La pressante fiscalità, la potente burocrazia con la lenta giustizia e i problemi di inefficienza dei servizi pubblici, sono ulteriori elementi che ci indeboliscono nei confronti degli altri Paesi.
Nel corso degli ultimi decenni, prosegue Annicchiarico - l’Italia ha perso, quindi, alcune caratteristiche tipiche di uno Stato avanzato. La rinuncia all’energia nucleare ha comportato una perdita di competitività del sistema Paese, e solamente il Partito Repubblicano si batté nel referendum del 1987 a favore del nucleare.
Oggi le imprese, avendo dei costi superiori e dei servizi inferiori, rispetto alle imprese straniere, si ritrovano a comprimere le buste paga dei dipendenti per rimanere competitive. I confini nazionali sono destinati ad allargarsi e, in futuro la nostra Unione potrà includere altre Nazioni.
La scienza moderna ci ha fatto fare passi da gigante e non sappiamo dove ci porterà. La libertà di ricerca è fondamentale per una società libera. Purtroppo in Italia questa libertà non è garantita, anzi la ricerca è avvilita, generando la cosiddetta “fuga dei cervelli” all’ estero. Il declino deve essere fermato. La fiducia nel progresso scientifico ci deve rendere ottimisti anche pensando a problemi considerevoli come l’ inquinamento ambientale.
Una svolta culturale è necessaria, conclude Annicchiarico - specialmente per i più giovani che noi vediamo scaricati nelle birrerie, senza possibilità di fruire di alcuna attività culturale. Assistere ad un concerto di musica sinfonica o alla rappresentazione di opere teatrali classiche come quelle di Shakespeare o Goldoni, avrebbe un notevole valore."