I POETI MERIDIONALI TRA I LUOGHI E LE PIAZZE DEL MEDITERRANEO
Di Marilena Cavallo (del 12/02/2014 @ 05:40:11, in Cultura, letto 1438 volte)

“Tu non conosci il Sud,
le case di calce da cui uscivano al sole come numeri

dalla faccia d’un dado”.
La poesia, il teatro, la piazza. La poesia, come il teatro sono le forme artistiche, che cantando in versi o portando in scena squarci di città, momenti di vita paesana o scene di costumi locali superano l’orizzonte locale e stagliano il dettato lirico verso una universalità del sentire.

I versi di Vittorio Bodini, di cui ricorre il centenario della nascita, invitano il “tu” che non conosce il Sud a uno sguardo nuovo, l’emblema di quel localismo, che il suo poetare evoca è reso dalle “case di calce”, segno di appartenenza, di origini, di destino e comunanza. La letteratura del Mediterraneo raccoglie istanze e modelli di tutto il contesto meridionale in un rapporto sempre più problematico e armonico. In tutto il Sud, non c’è poesia, o non si dà poesia, se manca l’immagine del luogo.

La letteratura si esprime attraverso sentimenti, sentieri onirici, riappropriazione di luoghi che raccontano attraverso la metafora il tempo e la storia. Tradizione popolare, favola, racconto entrano in un processo letterario che nel Sud trova una sua più esplicita forma comunicativa e documentaria. Il Sud, la poesia e il radicamento popolare. Sono tre elementi che caratterizzano il senso del “localismo”, il senso delle radici, il “regionalismo” culturale, l’identità della tradizione.

Di tutto ciò ho avuto modo di scrivere nel saggio dedicato a "La poesia La piazza Le parole" (Pellegrini). Gli autori che vivono nella propria terra raccontano, ora con motivi lirici ora con motivi realisti, l’appartenenza alla loro terra. Tommaso Fiore e il suo raccontare quel “popolo di formiche” Leonardo Sciascia e la Sicilianità Corrado Alvaro e la Calabresità Rocco Scotellaro e i contadini della Lucania Silone e i suoi cafoni Il portato del loro localismo è la grandiosa capacità di trasformare il senso dell’appartenenza in arte, in linguaggio, in espressione onirica, in visioni simboliche.

 

 

Gli stilemi della forma e dei contenuti vivi nella letteratura mediterranea sono cantati dai poeti, che raccontano i luoghi in una geografia, che non è soltanto paesaggio e natura, ma è geografia dell’anima il cui linguaggio è universale. E’ poesia mediterranea quella dei poeti che si portano il Sud appiccicato nella carne e nelle parole, troppo poco definirli poeti localisti: da Bodini a Tedeschi, da Selvaggi a Carrieri, da Comi a Sinisgalli, da Gatto a Fallacara, da Grisi a D’Arrigo, da Troccoli a Fornaro, da Calabrò a Rasulo, da Butitta a Pierro…

Che localismo di luce solare si avverte in “Paesi bianchi” di Raffaele Carrieri. O nei versi di “Chi è passato prima di me”: “…Non era la colomba d’Archita/Quando tra questi ulivi/Mi colse prima morte”. La parola dà voce a tutto il Sud. O, sempre di Bodini, la poesia dal titolo “Torchiarolo”:“Sulla piazza di Torchiarolo/dalle case rosse e blu/le anime sante del purgatorio/invocano Maria e Gesù”. La meditazione arcaica che è dentro il concetto di localismo, resta la pietra miliare della poesia dei luoghi, le origini si snodano lungo i sentieri del sacro e del mito. Il radicamento è radice, è appartenenza e identità da condividere.

C’è tutta una poesia da rileggere, ristudiare e riproporre. E’ una poesia di autori locali che vanno tenuti in alta considerazione. La storia di un paese inevitabilmente diventa un ricordare costante attraverso i fatti, gli eventi, i dettagli, i giochi delle immagini.

 

 

 

Il processo culturale diventa sostanzialmente processo esistenziale. Un paese, ne era convinto Pavese, ci educa a non esser soli. La piazza di un paese è il cuore della comunità. La piazza già di per sé, luogo antico delle partecipazioni, degli incontri, del parlarsi, è luogo dell’incontro. Anche in questo caso il Sud è nella letteratura – vita. Anche in questo caso per le piazze del Sud si può incontrare e fare la storia. La storia non è mai solo locale, è storia, è patrimonio da condividere.

Partire dalle piazze della poesia, è guardare con occhi rinnovati realtà già note, è aprirsi a orizzonti nuovi, che dal ricordo personale di un luogo o dalla rievocazione locale, vanno verso il sentire collettivo. I poeti meridionali diffondono il loro canto nelle piazze del Mediterraneo. E il Mediterraneo è nella storia e nella vita del Sud.


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