E’ quanto emerso nel corso del 17° Congresso Nazionale Audioprotesisti tenutosi recentemente presso il Palacongressi a Rimini, che ha visto radunati iscritti all’ANA-ANAP (Associazione Nazionale Audioprotesisti), alla FIA (Federazione Italiana Audioprotesisti) e all’ANIFA (Associazione Nazionale Importatori e Fabbricanti Audioprotesi). Floriano Cartanì ci offre un approfondito resoconto sull’argomento, esaminando una patologia a volte sottovalutata. “Quanto emerso dai dati più rilevanti della ricerca EuroTrak 2012 Italia e dalla ricerca sul “Comportamento del consumatore ipoacusico” condotta da Nicola Cobelli dell'Università degli Studi di Verona, lasciano veramente poco scampo nell’evidenziare come l'ipoacusia ovvero la sordità rappresenti una vera e propria emergenza sociale.
Un allarme ancora oggi ancora troppo sottovalutato nei confronti del quale è giunto il momento di prestare adeguata attenzione, se è vero com’è vero che la malattia colpisce trasversalmente tutte le fasce d’età, limitando fortemente la crescita, le relazioni sociali e la stessa qualità di vita. Sappiamo da tempo che mediamente il 50% degli ultraottantenni sono afflitti da grave ipoacusia, ma dai vari appuntamenti del congresso di Rimini è uscito fuori che un adulto su 7 non ha un udito normale mentre 1 adulto su 6 ha un difetto uditivo tale da creare problemi nella normale vita quotidiana. Infine 1 adulto su 10 ha una perdita uditiva per la quale è raccomandabile la rimediazione attraverso l'utilizzo di un apparecchio acustico.
A complicare il quadro epidemiologico delle ipoacusie, sempre nel corso dei dibattiti congressuali, è emerso anche la mancata consapevolezza dei disturbi uditivi che porta il 30/40 per cento delle persone interessate a non aver coscienza del proprio deficit uditivo e,quindi, a non porvi rimedio, soprattutto se si tratta di forme 'sfumate' che possono peggiorare nel corso del tempo. delle ASL o Inail.
Assoluto protagonista di questo “panorama sanitario” in cui l'ipoacusia/sordità, a livello mondiale, è destinata a crescere è il laureato in Audioprotesi (Tecnico Audioprotesista) che è una figura sanitaria altamente specializzata ma, molto spesso, messa in ombra e poco conosciuta (anche se la sua individuazione tra i profili sanitari professionali risale addirittura al 1994 col DM del Ministero della Sanità n° 668).I sorprendenti progressi tecnologici degli apparecchi acustici hanno già, di fatto, prodotto un miglioramento del livello assistenziale e riabilitativo.
Ma dall’esperienza di campo in prima linea di questi operatori sanitari, si è rilevato come non siano ancora molte le persone che scelgono di utilizzare questi ausili acustici con continuità e profitto, Le cause principali sono da attribuire a problemi socioculturali, scarsa informazione e attenzione sanitaria, oltre a una spesa economica che, per gli invalidi ipoacusici, può essere in parte a carico del paziente stesso o a totale carico.
Come operatore sanitario che svolge la propria attività nella fornitura, adattamento e controllo dei presidi protesici per la prevenzione e correzione dei deficit uditivi, l'Audioprotesista rappresenta una professione di sicuro successo e prospettive occupazionali. In Italia lavorano circa 3.200 Audioprotesisti laureati e abilitati, ma per arrivare al rapporto Audioprotesista/popolazione ad esempio di Germania e Francia, si dovrebbe passare a circa 10.000 unità entro il 2015.
Corrado Canovi, Segretario Nazionale ANA-ANAP e Presidente CETA, ha affermato: "Nel mondo delle professioni sanitarie quello del Dottore Audioprotesista, in possesso di laurea in Tecniche Audioprotesiche conseguita presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia e del titolo abilitante, costituisce un settore che può definirsi in netta controtendenza con l'attuale poco incoraggiante panorama lavorativo italiano”.
Le competenze dell’Audioprotesista, oltre a quelle specificatamente tecniche, abbracciano il campo della psicologia e della comunicazione (counseling) e gli permettono di instaurare una relazione empatica, fondamentale per creare fiducia e vincere le resistenze del paziente, che vive la propria situazione con estremo disagio e difficoltà.
Ricordiamo ai lettori che il contenuto di questi articoli ha una valenza generica e generale, e non può sostituire il parere del proprio medico relativamente a specifiche patologie o casi individuali. (N.d.R.)
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