I destinatari delle misure cautelari facevano timbrare il proprio cartellino marcatempo a colleghi o persone estranee, assentandosi arbitrariamente da luogo di lavoro per svolgere proprie incombenze o attività sanitarie private, causando così pesanti ritardi nei tempi di attesa per effettuare esami diagnostici presso la Asl di Brindisi. Oltre ai ventisei indagati colpiti dalla misura cautelare, altre otto persone fra infermieri e tecnici sono stati sospesi dal servizio fino all'interrogatorio di garanzia fissato per il 25 novembre. Altre 36 persone sono invece indagate a piede libero. Un meccanismo perverso, durato almeno dal luglio al settembre del 2009, ma che sarebbe sfociato “in una strage” in termini di ordinanze d'arresto se la procura non avesse dovuto mettere un punto fermo alle indagini: «Abbiamo previsto misure restrittive - ha detto il procuratore di Brindisi, Marco Di Napoli - solo per i casi più gravi».
Spesa al supermercato, accompagnamento dei figli a scuola, disbrigo di faccende domestiche o di incombenze private: tutto durante l'orario di lavoro. Sono le accuse mosse ai 24 che da stamane sono agli arresti domiciliari. Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse dal gip del Tribunale di Brindisi Eva Toscani su richiesta del procuratore della Repubblica, Marco Di Napoli, e del sostituto Adele Ferraro.
Le faccende private nell'ambito dell'orario di lavoro, viene sottolineato dagli investigatori, avrebbero in alcuni casi causato «inaccettabili tempi di attesa per effettuare esami diagnostici». Le indagini si sono avvalse di intercettazioni video. È stato anche accertato le condotte illecite sono continuate nonostante la diffusione di notizie riguardanti l'assenteismo nelle stesse strutture sanitarie.
In sostanza, si sono riflesse «sull' efficienza di quel presidio pubblico» le illecite condotte dei dipendenti dell'Asl di Brindisi che, nell'orario di lavoro, hanno svolto svariate incombenze di natura privata. Lo rilevano gli investigatori sottolineando che la struttura sanitaria, «nel disattendere le alte funzioni socio-assistenziali demandate, ha progressivamente eluso le richieste di esami diagnostici in tempi ragionevoli». Ciò ha determinato «la migrazione degli utenti verso strutture convenzionate con conseguenti incidenze finanziarie sul Servizio sanitario nazionale, ovvero il ricorso a professionisti privati con aggravi economici per i singoli pazienti».
Le riprese video. Una delle riprese tv fatte dai carabinieri mostra una delle due addette alle pulizie che immette nell'apposita macchinetta un mazzetto di cartellini marcatempo.
Arresti ai domiciliari - i nomi
Indagati in stato di libertà sospesi dai pubblici uffici