“La decisione dei Sindaci dell'ATO/TA, riunitisi nel preposto Organismo di Gestione d'Ambito (O.G.A.), di trasferire (per 60 gg) la gestione e lo smaltimento dei RSU dei 17 Comuni dell'ex Bacino ATO TA/3 presso la discarica “Cisa” di Massafra (che già riceve quelli dei restanti 12 Comuni della provincia) invece che in quella di Manduria, rischia di produrre una serie di conseguenze negative sulla gestione dei RSU di tutta la provincia di Taranto.” E’ quanto affermano in un comunicato congiunto Maurizio Baccaro, per la Federazione di Sel-Taranto e Franco Galiandro per Sel-Grottaglie.
“L'O.G.A. infatti – proseguono Baccaro e Galiandro - ha Deliberato due decisioni diverse nel giro di 3 giorni: la Delibera n. 3 del 13/11 con la quale dava mandato al Sindaco di Manduria di Ordinare alla società “Manduriambiente” di proseguire per 15 giorni lo smaltimento presso la Discarica “La chianca”; la Delibera n. 4 del 16/11 con la quale invece (dopo aver “preso atto delle dichiarazioni del Sindaco di Manduria” e “pur confermando la Delibera n. 3/13”), dava mandato al Sindaco di Massafra di Ordinare, per 60 giorni, alla società Cisa di “raccogliere e gestire nel suo ciclo ordinario” gli stessi RSU in questione.
Questo – continua il comunicato dei due esponenti di SEL - è accaduto poiché dopo la prima Delibera il Sindaco di Manduria ha opposto il proprio rifiuto, facendosi supportare da un parere del Consiglio Comunale, ad emettere l'Ordinanza per il conferimento a Manduria. Un atteggiamento che ha costretto l'O.G.A. a produrre dopo tre giorni la seconda Delibera che, al contrario, il Sindaco di Massafra ha tradotto seduta stante in una sua Ordinanza sindacale (n.218 del 16/11) grazie alla quale dallo stesso giorno i rifiuti di tutto l'ATO/TA vengono conferiti presso gli impianti Cisa.
Cinque giorni dopo il Consiglio Comunale di Massafra si è riunito a sua volta dando mandato al Sindaco Tamburrano di riconvocare l'O.G.A., da egli stesso presieduto, per cessare il conferimento aggiuntivo a Massafra e chiedere al Prefetto di Taranto di sovraintendere sulla regolarità delle decisioni precedenti. Occorre fare chiarezza su tutta questa vicenda non solo rispetto alle polemiche sviluppatesi in questi giorni ma, soprattutto, perché temiamo che le decisioni dell'O.G.A. possano produrre conseguenze negative sia dal punto di vista economico per i cittadini che per la corretta, e sicura igienicamente, gestione dei Rifiuti Solidi Urbani: vogliamo comprendere innanzitutto se esiste una reale consistenza nei motivi apposti dal Sindaco di Manduria che ha spinto l'O.G.A. a cambiare idea rispetto alla prima Delibera, visto che il sito di Manduria ci risulta, non solo regolarmente autorizzato per altri 7 anni e individuato, al pari di Massafra, al servizio del Bacino di riferimento bensì assegnatario di un finanziamento di 2,4 mln di euro da parte della Regione per la dotazione impiantistica più altre risorse in arrivo per la differenziata; abbiamo seri dubbi sulla legittimità della decisione dell'O.G.A. e sulla conseguente Ordinanza n.218 del Sindaco di Massafra poiché prima di disporre il conferimento di circa il doppio dei RSU giornalieri agli impianti “Cisa” avrebbero dovuto richiedere il parere agli Enti preposti (ARPA e ASL), come previsto dallo stesso art. 191 del D.lgs 152/06 richiamato nel provvedimento, al fine di indicare le relative prescrizioni e accorgimenti da adottare per un impianto che deve inaspettatamente gestire questo vertiginoso aumento di Rifiuti, rispetto a quello per cui è predisposto.
Inoltre occorre verificare se questo aumento di rifiuti da trattare non produca una difformità, rispetto ai quantitativi annui per i quali gli impianti di Massafra sono stati Autorizzati e quanto ciò incide sul riempimento della discarica di Servizio, rischiando così di causare l'urgenza di realizzarne una nuova.
Va ricordato in proposito – affermano Baccaro e Galiandro - che, in ottemperanza di quanto Previsto dal Piano Rifiuti Regionale a seguito dell'accoglimento all'unanimità da parte del Consiglio Regionale di un emendamento presentato dal Gruppo SEL, occorre definire nuovi criteri localizzativi delle discariche di bacino, garantendo che al termine di quelle in esercizio siano scelti nuovi siti, diversi da quelli attuali, per distribuire i carichi ambientali che oggi invece vedono da troppi anni sempre e solo gli stessi territori condannati a sopportarne il peso.
Pertanto, solleviamo rilevanti perplessità sulla gestione dei nuovi Organismi individuati che già da queste prime battute, non sembrano in grado di garantire gli obiettivi che il nostro territorio deve necessariamente raggiungere. Temiamo che questa modalità, rischi di causare il monopolio della gestione dei RSU di tutto il Bacino in un solo luogo, proprio lo stesso dove c'è l'inceneritore Appia Energy di Massafra che ha chiesto il raddoppio della sua capacità di bruciare Rifiuti. Riteniamo invece che sia giunto il momento di imprimere un deciso cambio di marcia in direzione della raccolta differenziata con la separazione a monte della frazione umida, da avviare a produzione di compostaggio per l'agricoltura, e della parte non differenziabile da avviare al trattamento meccanico a freddo per il recupero di materia, ribaltando così la logica della gestione unica che, evidentemente, comporterebbe anche la scelta unica del recupero di energia attraverso l'incenerimento.
Su questo – concludono Baccaro e Galiandro - riteniamo non sia più il caso di fare sconti a niente e nessuno bensì di far valere con tutti i mezzi a nostra disposizione (finanche a proporre di commissariare gli Enti che commettono omissioni), la scelta più corretta e rispettosa possibile dell'ambiente che poi è quella che apre la strada a nuovi investimenti in grado di produrre posti di lavoro e una reale distribuzione democratica della ricchezza. I presupposti ci sono tutti e si può fare a partire da adesso, approfittando della nuova gara per la gestione e per la dotazione impiantistica da realizzare nell'ex ATO/3 che deve optare appunto per il compostaggio dell'umido e il recupero di materia.”