Si inaugura oggi, 25 Settembre, presso la Bottega Papocchia di Grottaglie la mostra d’arte del “Fame Festival”, atto conclusivo di uno degli eventi di street art più importanti in Italia. Per il terzo anno consecutivo il Fame Festival ha avuto come palcoscenico le strade, le piazze e i muri della nostra città, regalando ai grottagliesi opere splendidamente disegnate su tele di intonaco e magnifici murales esposti a tempo indeterminato nelle strade cittadine.
Opere intrise in un connettivo socio-etnico-culturale di totale libertà, senza barriere, intese come scelta di vita e d’espressione, di solidarietà e di invito alla riflessione. Il “Fame Festival” è un evento completamente autofinanziato da Studiocromie (nella persona di Angelo Milano) che invita per un breve periodo nella nostra città artisti provenienti da tutto il mondo a soggiornare e a realizzare opere di differente tipo.
L’ ossimoro italo-anglosassone “fame” scelto per il Festival, la dice tutta sulle due facce antitetiche del significato che la parola assume se letta in italiano o in inglese. Il fatto che l’evento non riceva alcun sostegno economico esterno e la considerazione che gli artisti non siano alla ricerca di fama a Grottaglie, ci invita a leggere il titolo con la pronuncia italiana.
E’ Fame, infatti, intesa soprattutto come “fame di idee” ma che, sicuramente, non mancano all’organizzatore. Idee che hanno portato a Grottaglie artisti ed opere che si è soliti associare a contesti metropolitani (Berlino, Parigi o Londra, ecc…) e non provinciali e meridionali. Idee che cercano di far interagire l’originalità di street-artists internazionali con l’esperienza degli artigiani locali. Un tentativo di “sprovincializzare” e per “sperimentare” per andare incontro alle esigenze moderne di gusto e stile che si allontanano sempre più dai canoni classici della nostra realtà artistica. Idee che permettono di continuare ad autofinanziare un oneroso ma splendido evento artistico che può risultare scomodo, come leggiamo dalla locandina.
A qualcuno, infatti, potrebbe dar fastidio un Festival in cui si è liberi di esprimere attraverso l’arte punti di vista e critiche alla collettività. Torte piene di rifiuti, nasi che si trasformano in ciminiere e galli che vegliano su botteghe ceramiche sono sicuramente piu’ scomodi di tubi di amianto nascosti in campagna e condizionatori e camere costruite abusivamente nel centro storico cittadino. Aspettiamo il prossimo 25 Settembre per ammirare presso la Bottega Papocchia le opere “indoor” realizzate dagli artisti, inclusi bozzetti originali delle opere ammirabili “outdoor”.
E allora in questi giorni potremo assistere alla comparsa di nuovi scenari “onirici”, di immagini mai viste che ci faranno riflettere rendendo la nostra città parte del mondo e ci sembrerà di essere a Berlino, a Gaza, a Belem, a Lisbona passeggiando per le strade di questo piccolo grande museo urbano. Per adesso godiamoci le opere di artisti del calibro di JR dalla Francia sticker artist di fama mondiale con i suoi enormi adesivi che rivestono interi edifici, i curiosi yellow puppets dei gemelli Os Gemeos dal Brasile, la splendida torta e le ciminiere di Blu famosissimo street artist e video-maker nostrano, i volti “cazzafittati” in stencil di VHILS dal Portogallo, le “luccicantti” opere di Bastardilla dalla Colombia, i “fumi animati” di Lucy McLauchlan dal Regno Unito e tutte le altre bellissime opere di tutti quanti gli altri grandissimi artisti realizzate per questo Festival che è unico in Italia, imitato ma non eguagliato da un’ altro evento che si tiene ogni anno ad Ancona.
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