Le vacanze scolastiche e le ferie lavorative riuniscono le famiglie. Si trascorre molto più tempo insieme e, complice il caldo e l’abbigliamento “marino”, ci si ritrova a stretto contatto sempre più svestiti fino ad essere quasi nudi. Quanto può essere sbagliato mostrarsi nudi davanti ai propri figli?
Non credo ci sia una risposta “corretta” ma soltanto diverse risposte, ognuna adatta alla propria famiglia, alle proprie abitudini e al senso del pudore soggettivo. I bambini osservano, toccano le varie parti del loro corpo, tra cui anche gli organi sessuali, senza idee preconcette e occorre lasciargli liberi di capire le differenze sessuali. Con la nudità, nasce il senso del pudore che, nei bambini, comincia a svilupparsi attorno ai 3-4 anni: iniziano a distinguere il proprio corpo de quello dei propri genitori e mostrarsi nudi di fronte a loro porta a dover rispondere a quesiti “spinosi” che riguardano in generale il corpo e la sessualità.
Domande che fanno parte della classica fase dei perché che, crescendo, toccano argomenti come la nudità e la sessualità così come lo farebbero per qualsiasi altro argomento: l’imbarazzo nel rispondere può riguardare il genitore ma non certo il bambino. I bambini, al contrario, non hanno alcun motivo di essere imbarazzati o di porre domande con una qualsiasi forma di “malizia”.
Chiedono per sapere, come quando chiedono perchè piove, perchè i fiori sbocciano o perchè bisogna andare a scuola ogni mattina. Per loro ogni domanda ha lo stesso valore e lo stesso scopo: conoscere.
E’ fondamentale distinguere l’atto del mostrarsi nudi dall’intimità sessuale dei genitori: sono due aspetti che apparentemente sono legati tra loro ma, in realtà, sono completamenti distinti. Potrebbe tornarci utile riepilogare le fasi dello sviluppo sessuale nell’età evolutiva e, a tal proposito, riprendo uno stralcio di un analisi psicanalitica di Sigmund Freud in cui individua stadi di maturazione sessuale che partono dallo 0-1 anno (stadio orale - suzione). Il bimbo succhia il seno materno per il proprio piacere e fame, concentrando il proprio piacere sulle labbra e il cavo orale.
Nel 2° anno: stadio anale (ritenzione-emissione di feci). Si toglie il pannolino: il bambino viene educato alla pulizia, impara a non bagnarsi e sporcarsi, può provare piacere a liberarsi del prodotto fecale (eliminazione) e sviluppa un interesse per le proprie feci, cerca di toccarle o di giocarci. 3-5 anni: stadio fallico (autoesplorazione genitale, masturbazione, esplorazione genitale reciproca). Il bambino comincia ad interessarsi ai suoi genitali, la cui manipolazione provoca piacere; diventa inoltre consapevole della differenza tra i due sessi.
In questa fase è molto importante non reprimere il desiderio di scoperta, non scandalizzarsi o imbarazzarsi di fronte a questi comportamenti in quanto sono del tutto naturali ed evitare il rischio di creare inutili tabù.
Il periodo successivo è l’età dell’Edipo, il periodo in cui il bambino è attaccato al genitore di sesso opposto. La bambina in questa fase ha voglia di adulare suo padre, il maschietto corteggia la madre. Girare nudi per casa potrebbe provocare delle inquietudini nei bambini. Dai sette anni in poi l’amore per il genitore di sesso opposto è al tramonto: il piccolo non tenta più di affermare la sua identità sessuale in famiglia. Comincia a voler affascinare il suo compagno di scuola. Il suo corpo in crescita gli trasmette fiducia e sicurezza, ma desidera vestirsi, svestirsi e occuparsi della sua toeletta da solo. È importante assecondare il suo desiderio di privacy a prescindere da quelle che sono le nostre abitudini di genitori o semplicemente adulti.
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