I riti della Settimana Santa sono uno degli eventi più importanti per la città di Taranto; risalgono all'epoca della dominazione spagnola nell'Italia meridionale e hanno molto in comune con i riti di alcune città della Spagna. Furono introdotti a Taranto dal patrizio tarantino Don Diego Calò, il quale nel 1603, fece costruire a Napoli le statue del Gesù Morto e dell'Addolorata e le donò alla città.
Sono riti ricchi di simboli e suggestioni. Proviamo a familiarizzare con i termini e le figure che sentiremo e vedremo spesso in questo giorni: prima di tutto i PERDONI (le Perdúne in dialetto tarantino) sono coppie o “poste” di Confratelli, sono così chiamati in ricordo dei pellegrini che si recavano a Roma per ottenere il perdono dei peccati; la loro andatura lentissima e cadenzata è chiamata in dialetto "nazzecata”. La lentezza è la contrapposizione alla vita frenetica di ogni giorno: nella lentezza si pensa di più alle proprie colpe per le quali si chiede perdono.
I Perdoni delle due confraternite hanno abiti simili, ma con delle differenze. Hanno il capo incappucciato e i piedi scalzi; l'abito tradizionale si compone di un camice bianco stretto in vita e sui polsi; un rosario nero appeso in vita con medaglie sacre ed un crocifisso, pendenti sulla destra del camice; una cinghia di cuoio nero attaccata in vita e fatta pendere sul lato sinistro del camice, rappresentante la frusta che colpì Gesù; una mozzetta (color crema per il Carmine e nera per l’Addolorata) abbottonata sul davanti; due scapolari recanti rispettivamente le scritte ricamate "Decor" e "Carmeli"; un cappuccio bianco con due forellini all'altezza degli occhi, un cappello nero bordato con nastro blu una corona di sterpi poggiata sul capo; guanti bianchi. I Perdoni portano inoltre una mazza alta circa due metri che simboleggia l'antico bastone dei pellegrini.
Le SDANGHE, letteralmente i longheroni in legno alla base delle statue, stanno a rappresentare i 4 confratelli che trasportano a spalla le statue, accompagnati dalle FORCELLE: altri 4 confratelli in abito nero e corona di spine in testa che reggono un’asta in legno con un incavo in metallo (la forcella, appunto) su cui vanno poggiate le sdanghe delle statue. L’andatura lenta è regolata da uno dei principali simboli delle processioni – la TROCCOLA – uno strumento in legno con maniglie di metallo che, agitato in modo sapiente e con molta fatica in quanto pesante, emette un suono particolarissimo che annuncia l’arrivo della processione stessa. Poi ognuna delle Processioni ha le sue caratteristiche: i simboli, le croci, le statue.
Si inizia la domenica delle Palme: le due principali Confraternite di Taranto, quella dell’Addolorata, appartenente alla Chiesa di San Domenico in città vecchia e quella del Carmine appartenente alla chiesa della Madonna del Carmine in città nuova si incontrano ed effettuano le "gare" per aggiudicarsi l'onore di partecipare alle due processioni: il Pellegrinaggio della Vergine Addolorata e la Processione dei Sacri Misteri. L’aggiudicazione delle statue e delle “poste” avviene mediante un’asta.
Si comincerà il pomeriggio del Giovedì Santo: dalla Chiesa del Carmine usciranno le “poste” ad intervalli regolari per effettuare un pellegrinaggio verso le principali chiese del Borgo Antico e del Borgo Nuovo dove sono allestiti "sepolcri", gli altari della riposizione. L'uscita dei Perdoni è il primo atto della Settimana Santa tarantina che coinvolge l'intera cittadinanza, numerosissimi fedeli seguiranno i pellegrinaggi e parteciperanno alle processioni, che molti ritengono solo un fatto folkloristico e di costume, ma che ogni anno puntualmente riservano momenti drammatici e di profonda commozione.
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