Immaginate un angolo del centro storico pulito, senza auto parcheggiate, illuminato da una falce di luna nel cielo sereno che sembra essere accorsa al richiamo arcaico ed appassionato di chi – almeno per una sera – rinuncia alla televisione per ritrovarsi per strada, ritrovando amici, scambiando saluti, riannodando rapporti. Un sogno? Forse, ma è un sogno che per una sera è diventato realtà grazie all’arte del “Teatrino della Luna” ed alla passione del Caffè Letterario “La Luna ed il Drago” e di Anna e Carmela Montella che per il secondo anno hanno organizzato la “Festa d’Estate” nello slargo di fronte alla chiesa dedicata alla Madonna del Lume.
Salvatore Blasi, Vita Sisto, Maria Cristina Santoro, Valeria Acquaviva, Rosa Caramia mettono in scena “Il Baule in soffitta”, uno spettacolo che ha travolto gli spettatori avvolgendoli in un turbine di emozioni fatte di musica e profumi, colori e rime, pizzi e maschere, colori e danza. Raccontare lo spettacolo sembrerebbe sin troppo facile, Cristina è una bambina che tra il sogno e la veglia apre un vecchio baule trovato in una polverosa soffitta e vi ritrova libri, abiti, storie e canzoni.
Ma queste poche ed aride parole non possono – e non vogliono – essere in grado di raccontare gli occhi umidi per la commozione degli spettatori e il sudore della passione dei ragazzi del “Teatrino della Luna”.
Pochi avrebbero scommesso sul successo di uno spettacolo del genere, pochissimi avrebbero creduto che il centro storico avrebbe accolto questi ragazzi “strani” e originali, eppure così è stato, per uno spettacolo che è andato dritto al cuore degli spettatori, che li ha tenuti col fiato sospeso ed in silenzio assoluto durante le sue varie fasi, ciascuna conclusa e salutata da applausi scroscianti e quasi liberatori, come si fosse al termine di un rito apotropaico.
Qualcuno non vorrebbe definire artisti questi ragazzi, forse perché non vantano diplomi di accademie prestigiose o curriculum roboanti, e lungi da noi voler discutere tali tesi, ci basta testimoniare che con la loro semplicità rigorosa, i loro abiti da sogno, le loro maschere ammalianti, le loro movenze intriganti hanno stregato e rapito un pubblico fatto di “gente comune”, ben poco disposta a sofismi intellettuali da radical-chic ma pronta ad assistere allo spettacolo in piedi, con una visuale non sempre ideale e con un acustica che ha dovuto pagare dazio alle condizioni ambientali, facendosi idealmente portare per mano in un mondo fatato.
Potrà parere eccessivo tanto entusiasmo, e il dispiacere è il non sperare in una replica a cui invitare gli scettici per giudicare con i propri occhi e – soprattutto – con il proprio cuore. Tornando a casa gli occhi sono andati alla falce di luna che – illusione o realtà? - sembra sorridere complice illuminando con una pioggia di luce un centro storico ricco di perle che chiedono solo di essere scoperte e valorizzate; in fondo non serve poi molto per riuscirci, servono passione, coraggio, voglia di sognare e capacità di immaginare un palcoscenico fatato dove occhi troppo abituati alla frenetica realtà del giorno vedono solo il posto dove parcheggiare un automobile.
Microsoft VBScript runtime
error '800a0009'Subscript out of range: 'xRel'
/dblog/inc_pagina.asp, line 128