Ieri, il sindaco di Manduria Tommasino si è dimesso alla notizia dell'arrivo di una nuova ondata di profughi da Lampedusa, anche il sottosegretario all'Interno Mantovano ha ritenuto giusto farsi da parte dopo che le sue rassicurazioni circa il numero massimo di profughi che avrebbe ospitato la tendopoli di Manduria sono state bellamente e pubblicamente smentite dal Presidente Berlusconi durante la strepitosa performance di ieri a Lampedusa.
Sei navi libereranno Lampedusa e porteranno altri 1400 immigrati nel tarantino, la tendopoli può ospitarne più di 3000, attualmente ce ne dovrebbero essere quasi 1300 ma si stima che 500 “ospiti” abbiano già tolto il disturbo. Insomma presto la tendopoli raggiungerà la massima capienza e poi si vedrà.
Nel frattempo cosa accade? Questa mattina verso le 12.00 nel campo sembrava regnare una certa tranquillità, il sole è già caldo e di fronte alla tendopoli non ci sono manifestazioni, non c'è neanche lo schieramento di forze dell'ordine che si vedeva nei giorni passati, in pratica c'è soltanto qualche giornalista in attesa che succeda qualcosa. Le parole degli agenti di Polizia e Guardia di Finanza con i quali ci fermiamo per qualche domanda sono dello stesso tenore, non ci sono problemi di ordine pubblico all'interno del campo, degli “ospiti” scappati nelle ultime ore alcuni sono stati ripresi, altri sono ritornati di propria volontà.
Ma dove vanno gli “ospiti” che lasciano il campo? Intanto c'è da dire che per quanti di loro che abbiano chiesto la protezione internazionale – sono al momento 250 – c'è la possibilità di uscire dal Centro di Accoglienza e Identificazione (così è stato denominato il campo dal Direttore Nicola Lonoce) per 12 ore al giorno, dalle 8.00 del mattino fino alle 20.00 della sera. In caso di mancato rientro il diritto alla protezione decade come anche la libertà a tempo.
Per quanto riguarda il resto degli “ospiti” (la stragrande maggioranza), è vietato valicare il limite della tendopoli, si deve aspettare, pazientare e aver fede nel fatto che tutto vada per il meglio e venga al più presto data loro la possibilità di lasciare il campo per andare dove vogliono.
Questa è la teoria, in realtà basta fare un giro per le strade di Oria per vedere come vanno le cose. Qua e là, ben riconoscibili, coppie o piccoli gruppi di ex “ospiti” camminano, passeggiano e si dirigono verso la stazione ferroviaria.
Seguiamo anche noi lo stesso percorso e arriviamo sui binari della stazione di Oria, passa un treno e subito da dietro un muretto escono una decina di cittadini nord-africani, non sanno neanche dove il treno sia diretto ma ci salgono lo stesso e si mischiano agli studenti delle scuole superiori che ritornano a casa dopo la scuola. Il treno riparte e la stazione rimane vuota, passano cinque minuti e arrivano altri quattro ragazzi che hanno lasciato la tendopoli.
Non sanno quando arriverà un treno, vorrebbero andare a Bari ma da Oria ci sono solo due treni al giorno per il capoluogo e l'ultimo passa alle 12.00, quindi per il prossimo si dovrà aspettare domani mattina e per il momento conviene forse andare a Brindisi. La stazione di Oria si trova in una zona semi-periferica della città, c'è del verde intorno, un muretto separa il marciapiede e i binari da un campo in stato di abbandono con un casolare nelle stesse condizioni del campo. Dietro il muretto ci sono quattro ragazzi seduti tra le sterpaglie, sono Tarek, Ismail, Makrem e Mohamed, tutti Tunisini, che al vederci sorridono.
Sono arrivati in stazione ieri notte verso le 24.00, da allora stanno aspettando che qualcosa di favorevole accada perché vogliono andare in Francia ma la strada è lunga. Uno di loro ha un fratello a Bari che potrebbe aiutarli, forse arriverà e data la situazione conviene aspettare. Hanno passato la notte nel casolare abbandonato nei pressi, ci mostrano la stanza lurida, senza porte, con un giaciglio di fortuna in un oceano di monnezza.
A pochi metri dalla stanza un classico dei nostri panorami: lastre di eternit abbandonate e evidentemente sfaldate, niente di straordinario.
Ci parlano del loro viaggio per venire in Italia (24 ore in 40 su di una barchetta), sono diretti in Francia e il fatto che la frontiera di Ventimiglia sia chiusa e il passaggio degli immigrati sia impedito dalle forze dell'ordine francesi non è granché dissuasivo. Cosa vuoi che sia il viaggio fino alla Francia dopo le 24 ore in barca fino a Lampedusa?
A Oria raccontano di essere stati accolti e sfamati dalla gente, qualcuno ha dato loro dei vestiti. Non hanno paura e più che nascosti sono semplicemente separati dalla città, si sono messi da parte come da parte stavano i compagni di disavventura che una mezz'ora prima avevano preso il primo treno di passaggio. Questa considerazione ci porterà a fare il punto sulla situazione. Dopo la stazione è la volta di un bar del centro, in tempi di par condicio bisogna dare spazio anche agli indigeni. L'opinione degli avventori del bar è concorde nell'incertezza: che gli immigrati non siano considerati semplicemente delle cattive persone è chiaro, il problema è che sono tanti, il problema è anche che questi signori sono evidentemente in una condizione peggiore di quella di tanti indigenti locali e che presumibilmente saranno dei concorrenti nella fruizione degli aiuti come le buste-spesa fornite dalla Caritas, il problema è pure che alcuni di loro hanno consumato nei bar locali e non hanno pagato il conto (il gestore del bar non è tra le vittime, in realtà non è ben chiaro se queste voci abbiano un fondo di verità o siano solo mitologia). Il dibattito si fa acceso, si tira in ballo la politica nazionale e nel bar cominciano ad aggirarsi fini politologi.
L'impressione di fondo è che in una situazione comunque difficile da gestire manchi qualcosa di davvero essenziale, la comunicazione sia verso i cittadini di Oria (e presumibilmente anche di Manduria) che verso un popolo in movimento temporaneamente stanziato suo malgrado sul nostro territorio. Grande assente è il settore pubblico, lo Stato nelle sue varie forme, la volontà di intervenire in una situazione che ci riguarda da vicino, la mediazione tra due popoli, l'infrastruttura che renda il dialogo il più fluido possibile, un cuscinetto tra due realtà che potrebbero entrare in conflitto. E invece no! Manduria rischia di diventare una seconda Lampedusa, forse solo allora vedremo ... intanto per le strade di Oria si aggirano i fantasmi, fantasmi nei bar del centro (che non pagano il conto), fantasmi dietro il muretto della stazione.
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