Il culto religioso di grottaglie si incentra, oltre che sulla Madonna di Mutata e su San Ciro di Alessandria, su due San Francesco: l' "autoctono" San Francesco de Geronimo e l' "adottato" San Francesco da Paola. Al santo calabrese è legata gran parte della storia grottagliese, che comincia con la fondazione della comunità dei "Frati Minimi" a Grottaglie nel 1536, passando attraverso la soppressione murattiana del 1809, alla lunga assenza dei religiosi, al rientro degli stessi nel 1943 e all’azione spirituale e sociale svolta fino ai giorni nostri.
Tanti sono i "paolotti" che hanno dato lustro e vigore al culto ed alla vita religiosa grottagliese, dal venerabile P. Girolamo Sammarco, fondatore del convento grottagliese, all’acclamato oratore sacro del Seicento P. Giambattista Coccioli, allo storico della provincia Minima di Puglia P. Antonio Serio del secolo XVII, al Lettore P. Pietro Cuscele (sec. XIX), fino all’indimenticabile P. Francesco Stea, cittadino onorario di Grottaglie.
Proprio il convento dei Paolotti costituisce da secoli un vero tesori di fede, storia ed arte, grazie al suo complesso monumentale che raccoglie la chiesa, il chiostro ed il convento stesso, con i suoi ambienti accessori, quali - ad esempio - i suoi monumentali frantoi ipogei. Un convento che, peraltro, pur rimanendo sempre una fonte viva di fede e religiosità, ri presta anche ad essere un ideale palcoscenico per eventi e mostre d'arte, sia nel suo chiosto, con le lunette di Bernardino Greco da Copertino del 1723 raffiguranti i miracoli del santo e corredate da didascalie letterarie e dagli stemmi delle famiglie grottagliesi che negli ambienti del convento stesso.
Il culto del santo calabrese è particolarmente vivo e presente nella devozione e nella iconografia popolare con l’immancabile legame con la tradizione ceramica grottagliese e con i ceramisti che hanno proprio in S. Francesco di Paola il loro santo protettore.
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